(Foto di Alex Wong/Getty Images)
Le posizioni sono note. Da una parte, chi ritiene che i social network, guidati da società private, non dovrebbero poter privare dei personaggi pubblici di questi cruciali mezzi di comunicazione; men che meno un presidente democraticamente eletto. Dall’altra, chi pensa che tutti gli utenti di Facebook o di Twitter, indipendemente dalla loro importanza, dovrebbero essere soggetti alle stesse regole. E quindi rimossi nel momento in cui violano i termini e le condizioni (incitando alla violenza, come Donald Trump, o in altri modi).
Chi ha ragione? “La mia posizione è più sfumata”, spiega a Wired Jillian York, attivista e responsabile della libertà d’espressione per Eff (Electronic Frontier Foundation, ong...