Wired Italia “Modem libero” a rischio con la fibra?

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Modem (Pixabay)

(foto: Pixabay)

Free Modem Alliance ha lanciato un nuovo segnale di allarme: i servizi di connettività basati su fibra (ftth, fiber-to-the-home) potrebbero consentire ad alcuni operatori di disattendere la delibera sul modem libero. Wired ha compiuto una piccola inchiesta al riguardo e possiamo confermarvi che nella realtà il problema oggi appare quasi inesistente, ma domani l’incremento della diffusione dell’ultra-broadband e la maggiore competizione fra i provider potrebbe rendere la situazione più critica.

La posizione dell’Agcom​


La delibera 348/18/CONS del Garante delle comunicazioni (Agcom) ha stabilito a partire dal 31 dicembre 2018 che gli utenti “hanno il diritto di […] utilizzare apparecchiature terminali di loro scelta, indipendentemente dalla sede dell’utente finale o del fornitore o dalla localizzazione, dall’origine o dalla destinazione delle informazioni, dei contenuti, delle applicazioni o del servizio, tramite il servizio di accesso a internet“.

Il 2 luglio del 2019, a seguito di una richiesta di chiarimento da parte degli operatori, l’Agcom ha però riconosciuto come eccezione i servizi basati su tecnologie ftth (oltre che fixed wireless) per questioni strettamente legate ai dispositivi in gioco.

L’eccezione: modem-router e ont​


Gli appartamenti cablati in ftth dispongono di un cavo in fibra che per la conversione del segnale – da ottico a elettrico – ha bisogno di un ont (optical network terminal), ovvero uno scatolotto con un accesso di alimentazione, una porta per la fibra ottica e una porta ethernet da collegare al modem-router.

ont

ont da collegare al modem-router

L’Agcom dice che “è ammessa la restrizione in materia di scelta dell’ont a condizione che lo stesso non sia integrato con il router“. E poi puntualizza che “nel caso in cui l’offerta preveda un ont integrato con il router, deve essere sempre possibile per l’utente richiedere la fornitura e l’installazione di un ont esterno“.

In pratica agli operatori viene concesso di impiegare lo scatolotto che preferiscono e poi che il modem-router sia a discrezione del cliente. Modem libero assicurato. Con ont integrato direttamente nel modem-router invece l’operatore dovrebbe essere in grado (a richiesta) di fornire una versione esterna sia all’avvio del contratto che magari più avanti nel tempo. Gli operatori che violano questa indicazione del garante rischiano ovviamente un’azione sanzionatoria. Anche perché con l’ultima sentenza del Consiglio di Stato i margini di manovra ormai sono ridotti al minimo.

olt ont

L’architettura di rete con olt e ont in evidenza

Al massimo potrebbe esserci qualche perplessità sulla differenza tra modem-router con ont nativo interno e quello con modulo Spf (small form-factor pluggable transceiver) opzionale. In entrambi i casi potrebbero emergere problemi di compatibilità tra ont e olt – il terminale di linea dell’operatore che sta più a monte sulla rete – di produttori diversi. Quindi attualmente l’ideale è sempre l’ont esterno con porta ethernet, a meno che non venga risolto il tema dell’interoperabilità.

small form-factor pluggable transceiver

Un modulo Spf installato nello slot

Le criticità​


L’avvocato Gabriele Fiorentini, coordinatore della Free Modem Alliance, sostiene che la situazione del modem libero oggi “non è perfetta, ma sicuramente buona rispetto al 2018, quando il dispositivo era totalmente imposto dagli operatori“. La preoccupazione in questa fase “riguarda soprattutto l’ftth” e probabilmente “l’eccezione prevista dal garante non è più giustificata“.

Vi sarebbero infatti alcuni clienti che avrebbero manifestato problemi di transizione al modem personale proprio a causa dell’ont integrato nei nuovi modem-router. Già, perché se non viene fornito un dispositivo esterno, come dicevamo, sul mercato consumer è difficile reperire soluzioni tutto incluso oppure un modello con slot Spf compatibile .

Per la Free Modem Alliance è sempre valsa la regola che se un dispositivo è dentro casa ed è alimentato allora deve essere sotto controllo dell’utente. O meglio, il cliente deve avere l’opportunità di poter compiere scelte di acquisto libere.

Più o meno la medesima tesi condivisa dall’avvocato Davide Rossi, presidente di Aires-Confcommercio, l’associazione che riunisce le principali aziende specializzate di elettrodomestici ed elettronica di consumo. “Ogni elemento tecnico, normativo o di mercato che rende meno interessante un prodotto è un problema“, sostiene Rossi. “Io penso che più i mercati sono aperti e più c’è concorrenza, quindi un vantaggio per i consumatori e la grande distribuzione“.

In effetti se un operatore è libero di imporre un componente o un dispositivo nelle case, i produttori saranno costretti a concorrere solo nel mercato business e non in quello consumer. Potrebbe essere marginale se si parla di ont, ma per un modem-router con ont integrato vorrebbe mettere a rischio una cospicua fetta delle vendite.

L’ultimo bollettino Agcom del 13 luglio ha rilevato che in Italia le linee ftth pesano per circa il 10,6%, ma la prospettiva è che nei prossimi anni possano arrivare a superare quelle in fibra-misto-rame attualmente al 48,2%. In questa ottica un lucchetto ai modem-router potrebbe essere nuovamente problematico.

Io vorrei una porta con connettore fibra alla parete e poi totale libertà di scelta per i consumatori“, dice Fiorentini di Free Modem Alliance. Insomma, iniziare a sensibilizzare sul tema e quindi mettere nelle condizioni Agcom di rivalutare le eccezioni.

Rossi di Aires-Confcommercio domanda invece certezze per chi opera nel mercato perché per vendere ci sono alle spalle operazioni di pianificazione e linee di credito dedicate all’ingrosso. Se per piazzare un prodotto ci sono troppi ostacoli nessuno ha interesse a tentare di venderlo e la scelta per il cliente non solo si riduce ma si azzera. Con gravissimi effetti collaterali anche sulla competizione tecnologica.

Come si comportano gli operatori​


Le linee ftth attive (consumer) nel paese sono circa 2,11 milioni, secondo il bollettino Agcom aggiornato con i dati di marzo 2021. Di queste il 27,4% fa riferimento a Fastweb, il 23,7% a Vodafone, il 22,7% a WindTre e il 17,6% a Tim.

La rete in fibra appartiene per lo più a FiberCop (Tim, Fastweb) e Open Fiber. Quest’ultimo è un operatore all’ingrosso, quindi offre a provider consumer (più di 120 fra cui Tiscali e Vodafone) servizi che prevedono l’uso della sua infrastruttura. Questo può avvenire in modalità spenta o accesa, un po’ come mettere a disposizione solo un’autostrada oppure un’autostrada con i veicoli per giungere a destinazione.

La fibra spenta normalmente viene usata dai grandi operatori e in questo caso sono loro a decidere tutte le apparecchiature da fornire o meno all’utente finale. La fibra spenta invece è impiegata da chi non ha infrastrutture in loco e quindi l’operatore consumer si ritrova l’ont di Open Fiber e poi decide solo per la parte dedicata al modem-router. In sintesi tutti gli operatori che sfruttano rete passiva di Open Fiber hanno tecnicamente la possibilità di lasciare libero di scegliere l’utente finale. Devono solo fornire i parametri di configurazione, e tendenzialmente ormai questo avviene sempre.

Abbiamo però deciso di domandare ai principali operatori ftth come si comportano.

La risposta di Tim​


Tim ha confermato a Wired di consentire a tutti i clienti di rete fissa (non solo ftth) di scegliere liberamente se acquistare un modem o adottare quello fornito dall’azienda, compatibile anche con le reti degli altri operatori. “In caso di scelta del modem fornito da Tim al cliente viene assicurata una gestione end-to-end del servizio di connettività con i migliori standard di qualità e sicurezza“, sottolinea l’operatore.

E per l’ont? “Il modem Tim viene fornito sempre con l’ont integrato per semplificare la configurazione dell’impianto domestico, evitando il collegamento di più apparati“, dice Tim. Però se il cliente decide di affidarsi a un suo modem “l’ont fornito è sempre esterno“.

A prescindere dal modem utilizzato, il cliente può richiedere in qualsiasi momento e gratuitamente l’installazione di un ONT esterno“.

La risposta di Fastweb​


Fastweb ha dichiarato a Wired di fornire ai propri clienti in comodato d’uso gratuito due modem di ultima generazione entrambi con ont integrato, FastGate e Nexxt. “Nel caso in cui un cliente volesse però utilizzare altri modem disponibili sul mercato può farlo così come previsto dalla delibera Agcom n. 348/18/CONS“, sottolinea l’operatore.

Per l’uso di modelli alternativi Fastweb fornisce sul proprio sito una serie di indicazioni tecniche per agevolare il cliente nella scelta del dispositivo con l’obiettivo di mantenere le migliori prestazioni e performance della rete“.

Chi è attestato su tecnologia ftth e vuol godere del modem libero riceve gratuitamente da Fastweb un dispositivo ont esterno separato, “senza costi e oneri per il cliente, che sostituisce quello integrato dai modem forniti da Fastweb“. Dopodiché il cliente può collegare il modem alternativo prescelto.

La risposta di Vodafone​


Vodafone ha dichiarato a Wired di rispettare totalmente la delibera Agcom con ogni tecnologia, anche l’ftth. I clienti possono decidere di impiegare il modem-router che preferiscono e in caso di architetture fibra ricevono un ont esterno. Sul sito ufficiale o al telefono poi vengono forniti tutti i parametri per la configurazione.

La risposta di WindTre​


WindTre ha confermato a Wired di fornire ai suoi clienti fibra un modem-router con Spf che evita di avere un secondo alimentatore ed un ulteriore cavo lan essendo alloggiato direttamente nel dispositivo principale. Se un abbonato fibra manifesta l’intenzione di usare un modem-router personale WindTre fornisce i parametri di configurazione dei servizi e ont esterno.

Però abbiamo certezza di almeno un caso recente dove un consumatore desiderava usare il proprio modem-router su servizio fibra WindTre ed è stato costretto a rivolgersi a ConciliaWeb per dirimere la questione. Probabilmente si è trattata di una eccezione.

In conclusione​


La diffusione dei servizi ftth nel paese renderà il tema delle apparecchiature sempre più critico. In Italia sul mercato consumer i modem-router con ont integrato sono quasi introvabili, quindi bisogna affidarsi a quelli degli operatori oppure a ont esterni. È pur vero che questi scatolotti influiscono marginalmente sulle prestazioni finali, a differenza dei modem-router e dei relativi componenti wireless.

Però legittimamente Aires-Confcommercio ricorda che il comparto industriale e quello commerciale necessitano di libertà d’azione. C’è da augurarsi quindi che questa sia una fase di transizione e che l’Agcom, come per altro ha già previsto, ritorni a valutare le eccezioni previste per la delibera del modem libero.

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