Wired Italia Una nuova proposta di legge anti doxxing a Hong Kong preoccupa le aziende tech

  • Autore discussione Tommaso Meo
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Hong Kong legge

(foto. Unsplash)

Una nuova legge anti doxxing, considerata di respiro fin troppo ampio, potrebbe mettere in pericolo la presenza delle grandi aziende tecnologiche a Hong Kong. I rischi sono evidenziati in una lettera inviata dall’Asia Internet Coalition (Aic) – che conta Google, Apple e Facebook tra i suoi membri – al commissario per la privacy di Hong Kong per i dati personali. Questo messaggio, ottenuto dal Wall Street Journal, sostiene che le nuove misure, se approvate, potrebbero far sì che le società tecnologiche statunitensi smettano di operare lì, per paura di poter diventare responsabili dei contenuti pubblicati dagli utenti.

Queste preoccupazioni seguono alcuni emendamenti all’ordinanza sui dati personali di Hong Kong (Pdpo). Le modifiche sono state proposte dal commissario per la privacy in risposta alle preoccupazioni sul doxxing online – cioè la diffusione volontaria di dati personali per danneggiare qualcuno. Una volta in vigore gli emendamenti, le piattaforme dovranno assecondare qualsiasi richiesta di rimozione di contenuti da parte del governo. Una misura giudicata troppo ampia dalle piattaforme.

Un’altra parte del disegno di legge ha suscitato preoccupazioni per il fatto che i dipendenti delle aziende tecnologiche possano essere perseguiti individualmente se non si adegueranno a queste modifiche.

“Il personale locale delle piattaforme estere a Hong Kong non è responsabile delle operazioni delle piattaforme, né ha il diritto di accesso o il controllo per amministrare i contenuti della piattaforma online”, hanno affermato le Big Tech nella lettera.

“L’unico modo per evitare queste sanzioni per le società tecnologiche sarebbe astenersi dall’investire e offrire i propri servizi a Hong Kong, privando così le imprese e i consumatori di Hong Kong, creando al contempo nuove barriere al commercio”, si legge nel messaggio.

Il governo di Hong Kong a ribadito che le modifiche alla legge riguarderebbero solo il doxxing illegale. La leader della città, Carrie Lam, ha affermato però che i funzionari incontreranno le aziende preoccupate per i cambiamenti.

A maggio, il governo di Hong Kong aveva annunciato l’intenzione di modificare le leggi sulla privacy dei dati dopo che il doxxing era stato ampiamente utilizzato contro la polizia durante le proteste a favore della democrazia nel 2019.

L’anno scorso, l’approvazione di una nuova legge sulla sicurezza nazionale ha costretto Google, Facebook e Twitter a bloccare tutte le richieste di produzione di dati mentre la legge potrebbe essere rivista. TikTok, che non opera in Cina, ha cessato completamente le sue operazioni in città.

Secondo gli attivisti pro democrazia l’ex colonia britannica, ufficialmente indipendente dalla Cina, sta vedendo erose le libertà dei propri cittadini su volere di Pechino negli ultimi anni.

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