Wired Italia Twitter non ne sta azzeccando una

  • Autore discussione Andrea Daniele Signorelli
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Nel 2010, un’analisi della testata Venturebeat segnalava le difficoltà del social network fondato da Jack Dorsey titolando: Twitter sta lanciando modelli di business contro il muro sperando che qualcosa resti attaccato”. Nove anni dopo, usando un simile e classico modo di dire anglosassone, anche Gizmodo titolava: “Ecco tutti gli spaghetti che Twitter sta lanciando contro il muro per vedere cosa resta attaccato”. Nel settembre 2021, nella newsletter di Bloomberg dedicata alla tecnologia si leggeva: “Sembra che Twitter stia lanciando spaghetti contro il muro (ecc. ecc.)”.

In poche parole, sono passati undici anni da quando il social network ha iniziato a subire critiche relative alla sua costante e irrisolta ricerca di un’identità e di una strategia chiara, senza che nulla cambiasse realmente. Le critiche più feroci affermano che “la maggiore innovazione riuscita a Twitter, dopo aver speso miliardi di dollari in ricerca e sviluppo negli ultimi cinque anni, è stata raddoppiare i caratteri disponibili dei tweet”. Anche alla luce di queste critiche, Dorsey ha annunciato un rapido e deciso cambio di passo, promettendo nel febbraio di quest’anno di “aumentare la velocità delle innovazioni allo scopo di raddoppiare utenti e introiti entro il 2023”. Da allora sono ormai passati parecchi mesi, ma il bilancio non è positivo.

Il flop dei Super Follows​


A far discutere è stato soprattutto il nuovo progetto dei Super Follows, che permette agli utenti con almeno diecimila seguaci di creare contenuti speciali, riservati ai follower disposti a pagare una piccola quota mensile. È un modello simile a quello di Patreon, Twitch e altri, che consente agli influencer di monetizzare la loro attività.

Un’analisi della società di ricerca Sensor Tower, verso la metà di settembre, ha però rivelato come nelle prime due settimane di attività questa nuova funzione abbia generato la miseria di 6mila dollari. Siamo ovviamente appena all’inizio ed è la stessa società ad aver evidenziato come stia testando la neonata funzione solo con “un piccolo gruppo di creators”. Nonostante le attenuanti, non è una buona notizia che i Super Follows abbiano avuto un così modesto esordio, soprattutto considerando che questa funzione è ritenuta un tassello centrale della strategia per aumentare gli introiti.

I Fleet mai decollati​


Non è l’unico recente flop in casa Twitter: lanciati nel novembre 2020, i Fleet – un clone delle Storie – sono stati rapidamente ritirati il 3 agosto 2021 a causa del basso utilizzo. Nel post in cui ne spiegava le ragioni, il responsabile del prodotto Ilya Brown segnalava: “Se non capita che alcuni dei nostri progetti vengano ritirati, significa che non ci stiamo prendendo abbastanza rischi”. Ma davvero l’ennesima versione delle Storie (già presenti su Snapchat, Instagram, Facebook, Whatsapp, Linkedin e magari anche altrove) può essere considerata un’innovazione ad alto rischio?

Perso un “potenziale” anti-Tiktok​


Fortunatamente, qualche novità lanciata da Twitter sembra invece riscontrare un certo successo. È il caso di Spaces, il clone di Clubhouse che permette di creare delle stanze in cui discutere a voce e che sta funzionando anche in Italia, dove, per fare solo un esempio, ospita la seguita rassegna stampa Fuori dalla bolla curata da Cecilia Sala e da Guido Canali (che precedentemente era trasmessa proprio su Clubhouse).

Quella di Spaces sembra però essere una fortunata eccezione, mentre tenere traccia dei flop e degli errori commessi nel corso degli anni è un’impresa ardua: Twitter nel 2012 ha comprato la piattaforma video Vine per poi chiuderla nel 2017, senza rendersi conto che sarebbe potuto essere un potenziale TikTok. Ha acquistato nel 2015 il servizio di video streaming Periscope e poi l’ha chiuso pochi anni dopo. Ha lanciato nello stesso anno i Momenti, una raccolta curata di tweet relativi ad avvenimenti significativi dell’attualità, e poi li ha snaturati al punto che, per quanto esistano ancora all’interno dell’app, praticamente nessuno sa cosa farsene.

Non si tratta quindi di qualche recente svista, ma di una serie di indecisioni, di mancanza di una chiara strategia e di errori che procedono ormai da parecchio tempo. E in effetti – sebbene sia un social costantemente sotto i riflettori in quanto strumento preferito da politici e giornalisti – Twitter vanta meno utenti non solo di Facebook e Instagram, ma anche del vituperato Snapchat (500 milioni di utenti mensili) e perfino di un social di cui non si parla mai come Pinterest (454 milioni).

Ma i conti tengono​


Nonostante tutto ciò, la situazione finanziaria di Twitter è abbastanza positiva: nell’ultimo trimestre ha riportato ricavi per 1,19 miliardi di dollari (+74% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e guadagni netti per 66 milioni di dollari. Il merito, come segnala Bloomberg Technology, è che su questo social “è sufficiente coltivare una buona lista di utenti da seguire per precipitare in un flusso di brillanti riflessioni delle persone più intelligenti del pianeta”. In verità – tra meme, attivismo, video surreali, satira – c’è anche molto di più, ma il concetto è chiaro: forse Jack Dorsey dovrebbe rinunciare a espandere a tutti i costi le funzioni del suo social, accontentarsi di una situazione finanziaria comunque positiva e limitarsi a curare al meglio ciò che, prima di tutto, Twitter è: una finestra a 360 gradi sul mondo.

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