Wired Italia OnlyFans fa marcia indietro sul blocco del porno

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Foto: Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images

Non preoccupatevi, abbiamo scherzato. Potrebbe suonare in questo modo (strano) a molti l’improvvisa marcia indietro di OnlyFans sulla sua recente decisione di escludere i contenuti sessualmente espliciti – leggi porno – dalla piattaforma in abbonamento, nota in tutto il mondo per ospitare principalmente foto e video per adulti.

L’azienda ha comunicato ieri con un paio di tweet di avere avuto le garanzie necessarie e di volere continuare a essere una casa per qualsiasi tipo di creator. “Grazie per esservi fatti sentire” ha scritto OnlyFans sul suo profilo.

Un portavoce di OnlyFans ha fatto sapere a The Verge che non scatterà il blocco del porno previsto il primo ottobre, dopo le rassicurazione avute dalle banche che per prime avevano fatto pressioni sul sito per regolare in modo più stringente i contenuti .

Stranamente questo cambio di programma arriva un giorno dopo la dichiarazione dell’amministratore delegato, Tim Stokely, che in un’intervista al Financial Times, aveva spiegato che la società non aveva scelta e che il motivo del divieto erano proprio i problemi con i partner bancari dell’azienda.

Stokely aveva dichiarato che banche come Bny Mellon, Jp Morgan Chase e Metro Bank erano restie a legarsi a un sito con contenuti espliciti e pornografici, anche a causa delle possibili implicazioni legali. Il capo di OnlyFans aveva aggiunto che la decisione di rinunciare al porno era stata presa per proteggere gli abbonamenti e i guadagni dei creator.

In realtà molti creator e sex worker erano rimasti delusi e avevano duramente criticato la scelta di OnlyFans di eliminare il porno, dopo che con i loro contenuti avevano contribuito al successo della piattaforma.

OnlyFans non è lo stesso sito di un anno e mezzo fa. Nel 2019 contava 120mila creator, a fine 2020 – complice la pandemia – questi erano 1 milione e gli utenti abbonati 90 milioni. Grazie soprattutto ai sex worker il sito ha generato 2 miliardi di dollari di vendite, su cui OnlyFans trattiene una quota del 20%.

Dopo l’annuncio del divieto dei contenuti porno alcuni creator avevano già iniziato a rimuovere i propri contenuti e in alcuni casi ad andarsene dalla piattaforma. Questa marcia indietro tardiva potrebbe però non essere sufficiente a trattenere molti lavoratori del sesso. Chi si è sentito tradito e chi ha paura che un divieto di questo tipo non sia da escludere nel futuro si sta già guardando intorno.

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