Wired Italia L’Etiopia è convinta di poter sostituire i social network con alternative locali

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Etiopia piattaforma social

Foto: via Unsplash

Facebook e le altre importanti piattaforme di social media potrebbero presto avere rivali in Etiopia. Secondo quanto ha riferito in queste ore l’Agenzia statale per la sicurezza delle comunicazioni etiope (Insa), il Paese avrebbe iniziato a sviluppare proprie tecnologie per fare concorrenza a Facebook, Twitter e WhatsApp, accusati dal governo di agire contro l’interesse dei cittadini etiopi, censurando contenuti e bloccando utenti.
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Il direttore dell’Agenzia, Shumete Gizaw, ha dichiarato ai media locali che Facebook e Twitter in particolare sono diventati strumenti politici. In vista delle elezioni di giugno, Facebook aveva dichiarato di aver rimosso una rete di account falsi collegati all’agenzia governativa responsabile del monitoraggio delle comunicazioni e di internet. Una scelta che sembra non essere piaciuta ad Addis Abeba. Shumete stesso ha accusato Facebook di bloccare gli utenti che “predicavano l’unità nazionale e la pace”.

Le autorità etiopi non prevedono al momento di bloccare l’accesso a grandi piattaforme, come già successo per esempio in Nigeria negli ultimi mesi con la messa al bando di Twitter. Episodi di questo genere sono però già capitati anche nel Paese del corno d’Africa, da quando si sta combattendo una guerra civile tra le forze governative e quelle per la liberazione della regione etiope del Tigrè. I servizi di social media tra cui Facebook e WhatsApp sono stati infatti inaccessibili anche per lunghi periodi di tempo nell’ultimo anno.

Per quanto riguarda il nuovo social annunciato non si sa quasi nulla: né il nome, né le tempistiche. Contattato da Reuters, Shumete ha però chiarito quale sia il pensiero alla base di questa decisione, sostenendo di rifarsi a un app come la cinese WeChat, accusata però di esercitare uno stretto controllo sui propri utenti. Il direttore dell’Agenzia statale ha anche affermato che il suo Paese sta sviluppando un’altra piattaforma che può sostituire app di messaggistica come Whatsapp, ma anche di videoconferenze come Zoom. Shumete ha sostenuto che l’Etiopia ha le competenze per sviluppare queste tecnologie da sola, senza un aiuto esterno.

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