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Attualità - Internet
La crociata di Apple contro le newsletter e il tracciamento via email
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<blockquote data-quote="Antonio Dini" data-source="post: 101"><p>Con le nuove versioni dei suoi sistemi operativi, appena presentati alla conferenza per gli sviluppatori sulla piattaforma virtuale di Apple, <a href="https://www.wired.it/gadget/computer/2021/06/08/apple-convergenza/" target="_blank">l’azienda di Cupertino</a> <strong>vuole bloccare anche i pixel attivi nelle email</strong> (ad esempio, il download delle immagini contenute nel messaggio) che permettono al mittente di tracciare il comportamento del destinatario: cioè quando la mail è stata scaricata, quando e quante volte è stata aperta.</p><p></p><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2020/12/24124646/migliori-newsletter-2020-696x390.jpg" alt="" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>(foto: Jaap Arriens/NurPhoto)</p><p></p><p><strong>Informazioni che possono essere abusate per tracciare al di là della loro volontà e della consapevolezza stessa gli utenti</strong>, ma che vengono anche usate dalle attività commerciali come le newsletter per avere statistiche sull’effettiva lettura delle mail e per fornire pubblicità contestualizzata.</p><p></p><p>Nel business della pubblicità gli utenti sono il prodotto, gli inserzionisti gli acquirenti e i mezzi di comunicazione sono i commercianti. <strong>Ieri questo era vero per la televisione</strong>, dove i canali televisivi vendevano agli inserzionisti pubblicitari il pubblico di spettatori attratto dai contenuti che venivano trasmessi tra una pubblicità e l’altra. <strong>Oggi invece è vero per il web</strong>, dove, almeno per adesso, le pubblicità pagano il conto di tutto. Altrimenti, concordano gli analisti, si andrebbe verso un modello di internet a pagamento: newsletter, siti web, servizi online.</p><p></p><p><strong>Mail Privacy Protection</strong>, la tecnologia che Apple sta per introdurre nei suoi client di posta per iOS, iPadOS e macOS, e che <strong>permette agli utenti in maniera facoltativa di bloccare il tracciamento tramite i pixel attivi</strong>, blocca dunque il tracciamento sia dello spam che dei servizi come quelli erogati per tutte le altre piattaforme che usano la mail come strumento di comunicazione e di marketing incluso dalle newsletter. Quest’ultimo mercato, <a href="https://www.wired.it/attualita/media/2018/07/03/ce-una-newsletter-per-te/" target="_blank">in crescita da tempo</a>, è diventato molto ampio, soprattutto <a href="https://www.wired.it/attualita/media/2020/12/26/migliori-newsletter-2020/" target="_blank">durante il lockdown</a>, ed è un fenomeno economico consolidato che <a href="https://www.wired.it/economia/business/2019/08/07/newsletter-business/" target="_blank">muove i fatturati e fa nascere startup</a>.</p><p></p><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2018/11/29214854/1543520933_email-696x390.jpg" alt="Email/pec/posta elettronica (Getty Images)" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>(foto: Getty Images)</p><p></p><p>Un blocco su larga scala operato da Apple avrebbe un effetto importante sulla capacità di fare tracking: il client di posta di Apple è usato <a href="https://www.litmus.com/blog/email-client-market-share-may-2021/" target="_blank">dal 93% degli utenti</a> di iPhone. <strong>Ma verrebbe enormemente amplificato se anche Google decidesse di seguire</strong>. Google ha già seguito Apple sulla strada del blocco dei cookie di terze parti (che Safari, il browser di Apple, fa già da tempo) e con le limitazioni al passaggio delle informazioni da una app all’altra dei telefonini (per questo Apple ha creato la tecnologia <strong>chiamata App Tracking Transparency</strong>).</p><p></p><p>Negli Usa il 96% degli utenti ha negato il permesso al tracciamento usando <strong>App Tracking Transparency</strong>. Se questo tasso di blocco venisse trasferito anche nel settore delle mail, e se Google con Gmail (il primo servizio di posta al mondo) dovesse seguire le tracce di Apple, magari limitando la misura solo a un suo meccanismo proprietario, <strong>le conseguenze per il mercato della pubblicità e il marketing</strong> delle terze parti sarebbero molto rilevanti.</p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/regole/2021/06/15/apple-contro-tracciamento-email/" target="_blank">La crociata di Apple contro le newsletter e il tracciamento via email</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/regole/2021/06/15/apple-contro-tracciamento-email/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonio Dini, post: 101"] Con le nuove versioni dei suoi sistemi operativi, appena presentati alla conferenza per gli sviluppatori sulla piattaforma virtuale di Apple, [URL='https://www.wired.it/gadget/computer/2021/06/08/apple-convergenza/']l’azienda di Cupertino[/URL] [B]vuole bloccare anche i pixel attivi nelle email[/B] (ad esempio, il download delle immagini contenute nel messaggio) che permettono al mittente di tracciare il comportamento del destinatario: cioè quando la mail è stata scaricata, quando e quante volte è stata aperta. [IMG]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2020/12/24124646/migliori-newsletter-2020-696x390.jpg[/IMG] (foto: Jaap Arriens/NurPhoto) [B]Informazioni che possono essere abusate per tracciare al di là della loro volontà e della consapevolezza stessa gli utenti[/B], ma che vengono anche usate dalle attività commerciali come le newsletter per avere statistiche sull’effettiva lettura delle mail e per fornire pubblicità contestualizzata. Nel business della pubblicità gli utenti sono il prodotto, gli inserzionisti gli acquirenti e i mezzi di comunicazione sono i commercianti. [B]Ieri questo era vero per la televisione[/B], dove i canali televisivi vendevano agli inserzionisti pubblicitari il pubblico di spettatori attratto dai contenuti che venivano trasmessi tra una pubblicità e l’altra. [B]Oggi invece è vero per il web[/B], dove, almeno per adesso, le pubblicità pagano il conto di tutto. Altrimenti, concordano gli analisti, si andrebbe verso un modello di internet a pagamento: newsletter, siti web, servizi online. [B]Mail Privacy Protection[/B], la tecnologia che Apple sta per introdurre nei suoi client di posta per iOS, iPadOS e macOS, e che [B]permette agli utenti in maniera facoltativa di bloccare il tracciamento tramite i pixel attivi[/B], blocca dunque il tracciamento sia dello spam che dei servizi come quelli erogati per tutte le altre piattaforme che usano la mail come strumento di comunicazione e di marketing incluso dalle newsletter. Quest’ultimo mercato, [URL='https://www.wired.it/attualita/media/2018/07/03/ce-una-newsletter-per-te/']in crescita da tempo[/URL], è diventato molto ampio, soprattutto [URL='https://www.wired.it/attualita/media/2020/12/26/migliori-newsletter-2020/']durante il lockdown[/URL], ed è un fenomeno economico consolidato che [URL='https://www.wired.it/economia/business/2019/08/07/newsletter-business/']muove i fatturati e fa nascere startup[/URL]. [IMG alt="Email/pec/posta elettronica (Getty Images)"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2018/11/29214854/1543520933_email-696x390.jpg[/IMG] (foto: Getty Images) Un blocco su larga scala operato da Apple avrebbe un effetto importante sulla capacità di fare tracking: il client di posta di Apple è usato [URL='https://www.litmus.com/blog/email-client-market-share-may-2021/']dal 93% degli utenti[/URL] di iPhone. [B]Ma verrebbe enormemente amplificato se anche Google decidesse di seguire[/B]. Google ha già seguito Apple sulla strada del blocco dei cookie di terze parti (che Safari, il browser di Apple, fa già da tempo) e con le limitazioni al passaggio delle informazioni da una app all’altra dei telefonini (per questo Apple ha creato la tecnologia [B]chiamata App Tracking Transparency[/B]). Negli Usa il 96% degli utenti ha negato il permesso al tracciamento usando [B]App Tracking Transparency[/B]. Se questo tasso di blocco venisse trasferito anche nel settore delle mail, e se Google con Gmail (il primo servizio di posta al mondo) dovesse seguire le tracce di Apple, magari limitando la misura solo a un suo meccanismo proprietario, [B]le conseguenze per il mercato della pubblicità e il marketing[/B] delle terze parti sarebbero molto rilevanti. The post [URL='https://www.wired.it/internet/regole/2021/06/15/apple-contro-tracciamento-email/']La crociata di Apple contro le newsletter e il tracciamento via email[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/regole/2021/06/15/apple-contro-tracciamento-email/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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