Wired Italia La bolla degli Nft è già scoppiata?

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New York Nft

(foto: Alexi Rosenfeld/Getty Images)

Qualcuno se lo sarà pure aspettato, ma la bolla degli Nft è scoppiata quasi da un momento all’altro, dopo un hype durato pochi mesi. Il mercato dei non-fungible tokens (Nft) – una sorta di certificati di proprietà su opere digitali – aveva guadagnato un rapido credito nei mesi scorsi e anche gli investimenti erano andati di pari passo.

Le vendite di Nft sono però crollate verticalmente dal picco raggiunto a inizio maggio, secondo i dati riportati mercoledì da Protos e che mostrano una rapida implosione di questo segmento di mercato delle criptovalute. Il 3 maggio gli Nft avevano toccato il massimo valore, raggiungendo 102 milioni di dollari di transazioni in un solo giorno. Nella settimana del picco il mercato degli Nft ha spostato in totale 170 milioni di dollari. I dati della scorsa settimana parlano invece di transazioni per soli 19,7 milioni, una diminuzione del 90%. Anche il numero dei portafogli di Nft attivi giornalmente è sceso del 70% da inizio maggio, con un calo da 12mila a 2.900.

Gli Nft sono oggetti digitali codificati su una blockchain, la stessa tecnologia che alimenta le criptovalute, creando una filigrana digitale unica che indica la proprietà dei diritti digitali su qualcosa. Chi acquista un’opera legata a un non-fungible token non acquista l’opera in sé, ma semplicemente la possibilità di dimostrare un diritto sull’opera, garantito proprio dalla blockchain.

Anche se è stato molto raccontato il mercato delle opere d’arte digitali – o dei meme – gli Nft più comprati secondo il database di NonFungible sono quelli collezionabili, che sono calati solo del 66% nell’ultimo mese. La crypto arte è stata recentemente superata dal mercato degli Nft dei cimeli sportivi, come le carte collezionabili di basket, che vale 3,16 milioni di dollari nell’ultimo periodo.

Se la prima bolla degli Nft è scoppiata, non è dato sapere se ci sarà un rimbalzo verso l’alto come succede periodicamente con le criptovalute. In questo momento il concomitante crollo dei Bitcoin non sta aiutando. Secondo Gizmodo a remare contro “c’è anche una crescente attenzione per i costi ambientali sproporzionati delle criptovalute e degli Nft, che assorbono enormi quantità di elettricità per alimentare gli algoritmi crittografici che gestiscono le blockchain”, oltre alla repressione delle criptovalute recentemente iniziata dalla Cina. Solo il tempo ci aiuterà a chiarire se gli Nft sono davvero un fuoco di paglia.

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