Wired Italia Gli Stati Uniti hanno bloccato siti web accusati di fare disinformazione pro-Iran

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(foto: Afp via Getty Images)

Gli Stati Uniti hanno sospeso l’accesso a decine di domini web legati all’Iran, bloccando così molti siti di notizie accusati di diffondere disinformazione online. A renderlo noto è stato martedì il dipartimento di Giustizia Usa con una nota. “Nel rispetto di direttive di tribunale, gli Stati Uniti hanno sequestrato 33 siti web utilizzati dall’Iranian Islamic Radio and Television Union (Irtvu) e tre siti web gestiti da Kata’ib Hezballah (Kh), in violazione delle sanzioni statunitensi”, ha spiegato il dipartimento di Giustizia americano nella sua dichiarazione. “Elementi del governo iraniano, sotto la copertura di organi di stampa, hanno preso di mira gli Stati Uniti per minare i processi democratici statunitensi”, continua la nota.

L’Iranian Islamic Radio and Television Union, era stata segnalata dal governo degli Stati Uniti lo scorso ottobre per i suoi presunti tentativi di influenzare le elezioni americane diffondendo notizie false. Kata’ib Hezbollah, un gruppo paramilitare iracheno che sostiene l’Iran, era stato inserito dagli Usa nella lista delle organizzazioni terroristiche dieci anni fa.

Risulta irraggiungibile anche il sito di Press tv, l’emittente iraniana statale in lingua inglese. Agli utenti che provano a collegarsi a questo, come ad altri siti, appare una scritta che recita che “Il dominio presstv.com è stato sequestrato dal governo degli Stati Uniti in conformità con un mandato di sequestro ai sensi del 18 USC […] come parte di un’azione delle forze dell’ordine da parte dell’Fbi”. I domini appartengono a società americane ma, secondo il dipartimento di Giustizia, i media stranieri non avrebbero avuto le licenze necessarie per utilizzarli.

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(foto: screen da Press tv)

Un funzionario iraniano alle Nazioni Unite ha definito “illegale” il sequestro americano di domini iraniani negli Stati Uniti. Contattato dall’agenzia di stampa iraniana Irna, il funzionario ha denunciato l’iniziativa come una “limitazione della libertà di espressione”.

Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno sequestrato nomi di dominio di siti che accusano di diffondere disinformazione. Lo scorso ottobre, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato la rimozione di quasi 100 siti web collegati alla potente Guardia rivoluzionaria iraniana.

Le relazioni tra Iran e Stati Uniti si sono deteriorate negli anni scorsi dopo il ritiro del presidente Donald Trump dall’accordo nucleare di Teheran e l’imposizione al paese di pesanti sanzioni economiche. Il blocco di questi siti arriva pochi giorni dopo l’elezione a presidente dell’Iran del magistrato ultraconservatore Ebrahim Raisi, noto per la sua ostilità nei confronti dell’occidente.

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