Wired Italia Facebook si decide a fermare la vendita illegale di terre della foresta amazzonica su Marketplace

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foresta amazzonica

Foto: via Unsplash

Forse non in molti lo sapranno ma sul Marketplace di Facebook è possibile imbattersi in annunci di vendita di aree protette come quelli della foresta pluviale amazzonica, già minacciata dalle industrie del bestiame, dal disboscamento illegale e dalle attività minerarie. A scoprirlo era stata a febbraio un’inchiesta dalla Bbc. Ora però Facebook, travolto nelle ultime settimane da scandali e accuse con pochi precedenti, sta tentando di correre ai ripari per fermare queste vendite.

Dopo mesi in cui il problema non è stato affrontato, la società di Mark Zuckerberg ha annunciato di avere cambiato le sue politiche commerciali per vietare esplicitamente la vendita di aree protette su Facebook, Instagram e WhatsApp. “Gli annunci non possono promuovere l’acquisto o la vendita di animali o prodotti animali, o terreni in aree di conservazione ecologica“, recita la politica aggiornata. Fermare le vendite è “il primo passo che Facebook sta intraprendendo per affrontare questo problema”, ha fatto sapere l’azienda.

Facebook ha scritto inoltre che ora riesaminerà le offerte prima che compaiano su Marketplace. La società ha affermato che le confronterà con un affidabile database delle aree protette di un’organizzazione internazionale al fine di scovare gli annunci di vendita di zone che sono “fondamentali per la conservazione degli habitat e degli ecosistemi”. Le aree protette come la foresta amazzonica sono importantissime per il nostro ecosistema perché assorbono le emissioni di anidride carbonica e mantengono la biodiversità, ma sono sotto attacco da anni a causa della speculazione, soprattutto in Brasile.

La Bbc ha scoperto che su Marketplace sono stati venduti grandi appezzamenti di terreno nella foresta pluviale amazzonica spesso senza nessun tipo di certificazione. Alcuni dei lotti venduti erano lunghi quantomille campi da calcio“, secondo l’emittente britannica. Quando la Bbc ha chiesto a Facebook cosa avrebbe fatto per fermare queste transazioni, il social network ha affermato che non si sarebbe mosso a meno che questi venditori non violassero le leggi locali. Che Facebook abbia cambiato idea, otto mesi dopo, non può che essere una buona notizia, anche se restano dubbi sulla reale applicazione delle nuove linee guida.

Fa notare Gizmodo che la nuova posizione di Facebook sulle vendite di terreni protetti è solo un altro divieto aggiunto alla crescente lista di cose vendute attraverso la sua piattaforma che l’azienda sta cercando (e talvolta fallendo) di eliminare”. Come evidenziato infatti da una recente inchiesta del Wall Street Journal e prima da organizzazioni indipendenti, Facebook e Instagram sono ancora usate in molti Paesi per la vendita di droga e armi, oltre ad animali rari e antichità trafugate.

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