Wired Italia Facebook modererà i post dei politici

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Menlo Park Facebook

(foto: Josh Edelson/Afp/Getty Images)

I politici non avranno più un occhio di riguardo da parte di Facebook. La piattaforma di Mark Zuckerberg ha annunciato un cambio nelle sue regole sulla moderazione dei contenuti che ora interesseranno anche i post dei politici.

Finora i contenuti postati dai politici non erano sottoposti allo stesso vaglio di quelli caricati dagli utenti comuni. Il fondatore e Ceo, Mark Zuckerberg, aveva sostenuto in precedenza che Facebook non dovesse moderare i discorsi dei politici, ma stare dalla parte della libertà di espressione. Un caso eclatante sta però costringendo il social network a fare marcia indietro su questa politica: quello dell’ex presidente americano, Donald Trump, bloccato dalla piattaforma per incitamento alla violenza dopo i fatti del 6 gennaio scorso.

Il cambio di rotta giunge un mese dopo che l’Oversight Board di Facebook – un gruppo indipendente creato dalla stessa società di Menlo Park per vigilare sulle proprie decisioni – aveva confermato il ban a Trump fino a data da destinarsi, con un paio di annotazioni. Il Consiglio di sorveglianza aveva infatti rispedito la palla alla stessa Facebook per una decisione finale e aveva criticato il trattamento speciale riservato ai politici, affermando che le stesse regole dovrebbero essere applicate a tutti gli utenti. Il consiglio ha dato a Facebook fino al 5 giugno per rispondere alle sue raccomandazioni politiche e a quanto pare è stato ascoltato.

Secondo The Verge, che cita persone informate sulle dinamiche interne a Facebook, la piattaforma conta anche di far luce sulle motivazioni che portano alla sospensione degli account. Questo vorrà dire che Facebook farà sapere agli utenti quando riceveranno un avvertimento per violazione delle regole sui contenuti che potrebbe portare alla loro sospensione. Facebook inizierà anche a rendere noto quando utilizza una speciale esenzione in base alla notiziabilità di un contenuto di politico che altrimenti violerebbe le sue regole.

Infatti, al di là dei contenuti espressamente illegali come la pornografia infantile, Facebook fino ad oggi interveniva sui post dei politici solo se potevano portare concretamente a danni fisici a persone o scoraggiare il voto.

I contenuti condivisi dai politici provenienti da altre fonti come link a notizie o video, sono invece già stati sottoposti a fact-checking. In base alle nuove politiche di Facebook, i post pubblicati direttamente dai politici non saranno ancora soggetti a revisione da parte della rete di fact-checker indipendenti dell’azienda, ma per la prima volta subiranno l’applicazione di tutte le regole di condotta.

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