Wired Italia Come uno streamer può rovinare un’attività commerciale senza motivo

  • Autore discussione Gabriele Porro
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Gatto basito davanti a Internet Explorer 7, 2007

(foto: dougwoods/Flickr CC)

Uno streamer entra in un bar. Non è l’inizio di una barzelletta, ma l’incipit di una vicenda che ha coinvolto due community: i follower di uno noto streamer di Twitch e i frequentatori di un noto locale milanese. Il tutto ha avuto inizio con una diretta Irl (in real life) su Twitch dove lo streamer protagonista – che non nomineremo per non fargli pubblicità – come sua abitudine, fa visita a locali e attività commerciali dove, per intrattenere il suo pubblico, si diletta in azioni goliardiche infastidendo gestori e clienti presenti. Martedì 15 giugno lo streamer decide di dirigersi verso il Crazy Cat Cafè di Milano, una caffetteria nota per essere popolata da tanti simpatici gatti, in pieno stile neko-cafè d’ispirazione giapponese.

Una volta entrato nel locale, è cominciato lo show. Dapprima lo streamer ha iniziato a interagire con gatti e clienti. Poi, tramite il sistema delle donazioni e delle iscrizioni al canale, il suo pubblico ha iniziato a disturbare attivando in continuazione le notifiche che hanno posto fine alla quiete degli altri avventori, grazie (si fa per dire) a una cassa bluethooth collegata al dispositivo con il quale stava trasmettendo e suoni di notifica insoliti, tra cui urla di orgasmi femminili.

Come se non bastasse, il pubblico della diretta ha iniziato a chiamare il locale infastidendo i dipendenti con scherzi telefonici. Dopo qualche bestemmia urlata dallo streamer e dei battibecchi con alcuni clienti – giustamente indispettiti – il personale, passata quasi mezz’ora di diretta, ha provveduto ad allontanare l’intruso dal locale.

La vicenda avrebbe potuto concludersi così, ma la community del twitcher – nonostante lui stesso avesse chiesto di non agire contro il locale, a dire il vero – ha scatenato una vera e propria shitstorm contro Crazy Cat Cafè. In poco meno di due giorni il locale ha ricevuto circa 428 recensioni a 1 stella su TripAdvisor e su Google. “Nei giorni seguenti”, racconta a Wired Alba Galtieri, proprietaria del locale, “abbiamo continuato a ricevere telefonate dai fan dello streamer. Prenotazioni false, scherzi telefonici. Per noi, soprattutto in questo momento di riapertura, tenere prenotato un tavolo per qualcuno che non si presenterà mai e dover dire di no ad altri clienti è un danno economico. Così come le recensioni negative lo sono perché possono allontanare possibili clienti e danneggiare la nostra immagine”.

Per questo motivo Alba ha chiesto aiuto online. La risposta è stata immediata. Complici anche molti influencer, tra cui Chiara Ferragni, ci sono state migliaia di ricondivisioni del post pubblicato dalla pagina Facebook di Crazy Cat Cafè e altrettante recensioni positive hanno annullato gli atti vandalici dei follower dello streamer. Quest’ultimo, un ragazzo nato nel 2002, è tornato a confrontarsi con i gestori del locale dicendosi dispiaciuto del comportamento della sua community, pur senza scusarsi direttamente per l’accaduto. In tutto questo, il video della diretta è rimasto visibile su Twitch. Le regole della piattaforma di streaming, però, affermano chiaramente che le molestie, online e offline, sono vietate. Ed è per questo che lunedì 21 giugno Twitch ha bannato lo streamer dopo aver ricevuto numerose segnalazioni. A seguito del ban, il protagonista si è poi scusato tramite il suo profilo Instagram.

Tutta questa vicenda, però, è accaduta perché il Crazy Cat Cafè ha potuto contare su moltissimi utenti che hanno preso le sue parti. Eventi come questo tuttavia sono già capitati ad altre piccole attività commerciali che hanno avuto meno fortuna del locale popolato di felini. Se quindi per il Crazy Cat Cafè il danno economico è stato scongiurato grazie alla solidarietà dei social network, tanti altri non sono riusciti a evitare conseguenze peggiori.

Magari non è il caso del ristorante di Carlo Cracco, al quale lo stesso streamer del caso di cui sopra ha fatto visita una volta cacciato dalla caffetteria felina – e da cui va spesso a creare disagio, facendosi regolarmente cacciare – ma la situazione peggiore si configura quando succede ad attività più piccole, che risultano quasi invisibili. È il caso di alcuni bar, minimarket di quartiere, o del parrucchiere (quest’ultimo un regolare bersaglio dell’innominato streamer).

Come accaduto nel caso di Crazy Cat Café, anche quelle attività sono state colpite da scherzi telefonici e recensioni negative. Sebbene Twitch cerchi di tutelare il più possibile le possibili vittime, purtroppo la risposta della piattaforma è sempre legata a un sistema di moderazione mosso dalle segnalazioni degli spettatori e che quindi se mancanti rischiano di far passare impunito un comportamento scorretto dello streamer e, soprattutto, della sua community.

Nonostante però il primo colpevole, come in questo caso, venga punito con un ban permanente, il vero artefice del disagio arrecato – cioè i follower – rimangono impuniti e, anzi, rischiano di causare ulteriore danno muovendosi per ripicca o cercando vendetta per il ban del loro beniamino. Con effetti imprevedibili, e con cui dovremmo iniziare a fare i conti.

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