Wired Italia Al Parlamento europeo si discute di vietare la registrazione anonima di siti web

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Anonimato (Getty Images)

La Commissione europea sta lavorando a una normativa per aumentare la sicurezza informatica, anche a causa delle sempre più concrete minacce da parte dei criminali in rete. Uno degli emendamenti a questa direttiva, in discussione al Parlamento europeo, però minaccia l’anonimato online, uno dei principi cardine di internet, con delle pericolose conseguenze a cascata.

Se la direttiva fosse approvata in questa forma per registrare il dominio di un sito web in futuro sarà necessario fornire le proprie informazioni personali. Chi possiede il dominio dovrà dare il proprio nome, l’indirizzo e il numero di telefono che compariranno sul database Whois.

Finora i principali registrar non richiedevano i numeri di telefono dei titolari di un dominio né verificavano i dati personali. La commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo (Itre) vuole invece imporre la verifica dei dati di registrazione. La commissione per gli affari interni vota sulla questione questa settimana, mentre la commissione Itre dovrebbe prendere posizione alla fine del mese.
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Queste modifiche potrebbero significare la fine dei servizi che garantiscono la privacy nella registrazione del dominio, minacciando la sicurezza di attivisti e informatori, come mette in guardia l’eurodeputato Patrick Breyer, relatore ombra della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) e membro del Partito pirata tedesco, da sempre attento ai diritti digitali e alla privacy.

“Questa politica di identificazione indiscriminata per i titolari di domini è un grande passo verso l’abolizione delle pubblicazioni anonime e delle fughe di notizie su internet”, ha sostenuto Breyer in una nota in cui lui e il suo Partito chiedono la cancellazione di questi requisiti. Secondo il politico la normativa mette in pericolo i proprietari di siti web, “perché solo l’anonimato protegge efficacemente da furti e perdita di dati, stalking e furto di identità e doxxing”.

Il diritto all’anonimato online, ricordano spesso gli attivisti, è molto importante per donne, bambini, minoranze e persone vulnerabili, vittime di abusi e stalking. La privacy in rete è un grande incentivo anche per i whistleblower e gli oppositori politici in Paesi dove le libertà sono represse. Solo l’anonimato, secondo l’eurodeputato, “impedisce la persecuzione e la discriminazione di persone coraggiose bisognose di aiuto e garantisce il libero scambio di informazioni a volte vitali”.

Breyer a questo proposito ha ricordato che se gli attivisti di Wikileaks, per esempio, avessero dovuto registrare il sito web della piattaforma a loro nome prima di divulgare il loro materiale, sarebbero stati immediatamente perseguiti negli Stati Uniti. Tra gli ultimi soggetti che hanno fornito il loro parere alla su questo punto della direttiva europea c’è stato Denic, il gestore del dominio tedesco .de, che ha fatto sapere di non ritenere “necessaria e proporzionata un’identificazione anticipata del titolare del dominio, definendola anche “invasiva”.

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