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Attualità - Internet
Secondo uno studio, più di 500 siti web fanno affari d’oro con le fake news
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<blockquote data-quote="Tommaso Meo" data-source="post: 385"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2020/09/29021442/fake_news_5G.jpg" alt="fake_news_5G" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>(foto: Sopa Images/Getty Images)</p><p></p><p>Dati recenti e concordanti mostrano che la <strong>disinformazione</strong> sui <strong>social network</strong> genera di per sé <strong>più engagement</strong> della maggior parte delle notizie accurate e verificate. Su <strong>Facebook</strong>, per esempio, notizie false o tendenziose ricevono <a href="https://www.businessinsider.com/facebook-study-misinformation-six-times-more-engaged-with-than-news-2021-9?r=US&IR=T" target="_blank">sei volte più mi piace</a>, condivisioni e interazioni rispetto alle notizie affidabili, come emerge da una ricerca della New York University e dell’Università francese di Grenoble Alpes. Non bastasse questo, la notizia preoccupante è <strong>che con le fake news si guadagna</strong>, e molto.</p><p></p><p>Secondo <a href="https://www.newsguardtech.com/it/miliardi-di-dollari-di-pubblicita-ai-siti-che-pubblicano-disinformazione-newsguard-comscore-report/" target="_blank">un rapporto di NewsGuard</a>, un’organizzazione che monitora tramite un team di giornalisti la disinformazione online, sono <strong>519 i siti</strong> – tra i 6.730 domini monitorati tra<strong> Europa e Stati Uniti</strong> – a diffondere regolarmente bufale o notizie infondate soprattutto su covid e vaccini. Questo significa che il 7% dei siti di notizie più seguiti<strong> pubblica sull’argomento contenuti dannosi</strong>. Tra questi siti ce ne sono <strong>41 anche in Italia</strong>, anche se la maggioranza si trova negli Usa.</p><p></p><p>Lo studio mostra che questi siti guadagnano molti soldi con la pubblicità che ospitano, generando <strong>un cortocircuito informativo</strong> per cui la <strong>disinformazione finanzia altra disinformazione</strong>, inquinando il dibattito pubblico. L’analisi è stata condotta combinando i 7.500 siti il cui traffico e le cui spese pubblicitarie sono misurate da Comscore, e i siti di notizie valutati da NewsGuard. Le due organizzazioni hanno stimato che l’1,68% della spesa per la pubblicità programmatica nei 7.500 domini del campione è andata a siti che pubblicano disinformazione.</p><p></p><p>Considerando i<a href="https://www.statista.com/statistics/275806/programmatic-spending-worldwide/" target="_blank"> 155 miliardi di dollari</a> della spesa mondiale della pubblicità automatizzata che finisce sui siti web, chi pubblica fake news ricava <strong>2,6 miliardi di dollari all’anno</strong>. “<em>Centinaia di questi milioni di dollari finanziano la diffusione di <strong>affermazioni false sulla salute,</strong> bufale sui vaccini, disinformazione elettorale, propaganda e notizie false”,</em> sintetizza NewsGuard.</p><p></p><p>La disinformazione sul web è finanziata anche dai maggiori inserzionisti pubblicitari <strong>anche se in modo involontario</strong>. La pubblicità programmatica, infatti, è un processo che non offre informazioni chiare e complete alle aziende su dove esattamente compaiano le loro pubblicità e di conseguenza su quale tipo di informazioni stiano finanziando. Le piattaforme si limitano a incrociare domanda e offerta.</p><p></p><h3>Le fake news più finanziate</h3><p></p><p>Che tipo di notizie false sta finanziando maggiormente la pubblicità? Dal report emerge che le <strong>50 bufale più diffuse</strong> riguardano i temi più sensibili in questo momento: <strong>covid-19 e <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/11/facebook-disinformazione-vaccini-influencer/" target="_blank">i vaccini</a></strong>. È paradossale scoprire poi che tra 4.000 noti marchi che hanno finanziato con i loro annunci siti che promuovono disinformazione su covid 19 sono inclusi <strong>produttori di vaccini, reti ospedaliere</strong> e perfino i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani.</p><p></p><p>Per evitare questo circolo vizioso che non fa altro che aumentare la diffidenza verso la vaccinazione e la pericolosità della pandemia, NewsGuard propone anche un paio di soluzioni, ammettendo però che <strong>non esiste una <em>“bacchetta magica”</em></strong> per fare sparire il problema.</p><p></p><p>Secondo l’organizzazione, le aziende <strong>dovrebbero servirsi di più dell’intelligenza umana</strong> e meno di quella artificiale nel campo pubblicitario. NewsGuard sta usando questa strategia con alcuni brand fornendo <strong>una lista di esclusione di siti inaffidabili</strong>, dando la possibilità agli inserzionisti di collaborare con le loro agenzie pubblicitarie e le piattaforme dedicate per tenere la loro pubblicità lontano da questi siti. NewsGuard offre inoltre delle liste di siti d’informazione che ritiene di qualità e affidabili e che gli inserzionisti possono usare per raggiungere il loro pubblico di riferimento</p><p></p><p>Non finanziare le notizie pseudoscientifiche e le bufale online è necessario perché non prosperino. Le notizie false <strong>hanno un costo molto ridotto</strong> e possono competere in termini di engagement ed introiti con organizzazioni giornalistiche che spendono significativamente di più per produrre contenuti accurati e di qualità. Per questo <em>“ogni dollaro speso in pubblicità che va a siti di disinformazione</em> – scrive NewsGuard – c<em>ontribuisce molto più alla produzione di notizie false di quanto un dollaro speso in pubblicità che va a media credibili”</em>.</p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/10/fake-news-500-siti-affari/" target="_blank">Secondo uno studio, più di 500 siti web fanno affari d’oro con le fake news</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/10/fake-news-500-siti-affari/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tommaso Meo, post: 385"] [IMG alt="fake_news_5G"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2020/09/29021442/fake_news_5G.jpg[/IMG] (foto: Sopa Images/Getty Images) Dati recenti e concordanti mostrano che la [B]disinformazione[/B] sui [B]social network[/B] genera di per sé [B]più engagement[/B] della maggior parte delle notizie accurate e verificate. Su [B]Facebook[/B], per esempio, notizie false o tendenziose ricevono [URL='https://www.businessinsider.com/facebook-study-misinformation-six-times-more-engaged-with-than-news-2021-9?r=US&IR=T']sei volte più mi piace[/URL], condivisioni e interazioni rispetto alle notizie affidabili, come emerge da una ricerca della New York University e dell’Università francese di Grenoble Alpes. Non bastasse questo, la notizia preoccupante è [B]che con le fake news si guadagna[/B], e molto. Secondo [URL='https://www.newsguardtech.com/it/miliardi-di-dollari-di-pubblicita-ai-siti-che-pubblicano-disinformazione-newsguard-comscore-report/']un rapporto di NewsGuard[/URL], un’organizzazione che monitora tramite un team di giornalisti la disinformazione online, sono [B]519 i siti[/B] – tra i 6.730 domini monitorati tra[B] Europa e Stati Uniti[/B] – a diffondere regolarmente bufale o notizie infondate soprattutto su covid e vaccini. Questo significa che il 7% dei siti di notizie più seguiti[B] pubblica sull’argomento contenuti dannosi[/B]. Tra questi siti ce ne sono [B]41 anche in Italia[/B], anche se la maggioranza si trova negli Usa. Lo studio mostra che questi siti guadagnano molti soldi con la pubblicità che ospitano, generando [B]un cortocircuito informativo[/B] per cui la [B]disinformazione finanzia altra disinformazione[/B], inquinando il dibattito pubblico. L’analisi è stata condotta combinando i 7.500 siti il cui traffico e le cui spese pubblicitarie sono misurate da Comscore, e i siti di notizie valutati da NewsGuard. Le due organizzazioni hanno stimato che l’1,68% della spesa per la pubblicità programmatica nei 7.500 domini del campione è andata a siti che pubblicano disinformazione. Considerando i[URL='https://www.statista.com/statistics/275806/programmatic-spending-worldwide/'] 155 miliardi di dollari[/URL] della spesa mondiale della pubblicità automatizzata che finisce sui siti web, chi pubblica fake news ricava [B]2,6 miliardi di dollari all’anno[/B]. “[I]Centinaia di questi milioni di dollari finanziano la diffusione di [B]affermazioni false sulla salute,[/B] bufale sui vaccini, disinformazione elettorale, propaganda e notizie false”,[/I] sintetizza NewsGuard. La disinformazione sul web è finanziata anche dai maggiori inserzionisti pubblicitari [B]anche se in modo involontario[/B]. La pubblicità programmatica, infatti, è un processo che non offre informazioni chiare e complete alle aziende su dove esattamente compaiano le loro pubblicità e di conseguenza su quale tipo di informazioni stiano finanziando. Le piattaforme si limitano a incrociare domanda e offerta. [HEADING=2]Le fake news più finanziate[/HEADING] Che tipo di notizie false sta finanziando maggiormente la pubblicità? Dal report emerge che le [B]50 bufale più diffuse[/B] riguardano i temi più sensibili in questo momento: [B]covid-19 e [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/11/facebook-disinformazione-vaccini-influencer/']i vaccini[/URL][/B]. È paradossale scoprire poi che tra 4.000 noti marchi che hanno finanziato con i loro annunci siti che promuovono disinformazione su covid 19 sono inclusi [B]produttori di vaccini, reti ospedaliere[/B] e perfino i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani. Per evitare questo circolo vizioso che non fa altro che aumentare la diffidenza verso la vaccinazione e la pericolosità della pandemia, NewsGuard propone anche un paio di soluzioni, ammettendo però che [B]non esiste una [I]“bacchetta magica”[/I][/B] per fare sparire il problema. Secondo l’organizzazione, le aziende [B]dovrebbero servirsi di più dell’intelligenza umana[/B] e meno di quella artificiale nel campo pubblicitario. NewsGuard sta usando questa strategia con alcuni brand fornendo [B]una lista di esclusione di siti inaffidabili[/B], dando la possibilità agli inserzionisti di collaborare con le loro agenzie pubblicitarie e le piattaforme dedicate per tenere la loro pubblicità lontano da questi siti. NewsGuard offre inoltre delle liste di siti d’informazione che ritiene di qualità e affidabili e che gli inserzionisti possono usare per raggiungere il loro pubblico di riferimento Non finanziare le notizie pseudoscientifiche e le bufale online è necessario perché non prosperino. Le notizie false [B]hanno un costo molto ridotto[/B] e possono competere in termini di engagement ed introiti con organizzazioni giornalistiche che spendono significativamente di più per produrre contenuti accurati e di qualità. Per questo [I]“ogni dollaro speso in pubblicità che va a siti di disinformazione[/I] – scrive NewsGuard – c[I]ontribuisce molto più alla produzione di notizie false di quanto un dollaro speso in pubblicità che va a media credibili”[/I]. The post [URL='https://www.wired.it/internet/web/2021/09/10/fake-news-500-siti-affari/']Secondo uno studio, più di 500 siti web fanno affari d’oro con le fake news[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/10/fake-news-500-siti-affari/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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