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La Cina restringe ancora la sua politica sui videogiochi online per i ragazzi. Le nuove regole annunciate in questi giorni permetteranno alle piattaforme come Tencent e NetEase di offrire l’accesso al gaming ai minori di 18 anni solo per tre ore alla settimana (massimo una al giorno) il venerdì, nei giorni del weekend, durante le feste e solo dalle 8 alle 9 di sera.
La notizia di queste restrizioni arriva direttamente dall’organo di stampa statale cinese Xinhua, che cita la National press and publication administration (Nppa) del governo. Queste regole rappresentano un ulteriore passo in avanti rispetto a una precedente stretta decisa nel 2019. I videogiocatori minorenni potevano finora passare online un’ora e mezza al giorno e tre durante le ferie, ma non potevano giocare dalle 22 alle 8.
Le nuove misure richiedono inoltre che tutte le piattaforme di gioco siano collegate a un sistema anti-dipendenza gestito dallo Stato e che tutti gli utenti accedano con un’identità reale. Verranno anche intensificati i controlli per garantire che le aziende seguano queste direttive. Secondo quanto riporta Ars Technica, queste regole dovrebbero riguardare anche i videogiochi offline, anche se non è molto chiaro come potrebbero essere applicate.
Le autorità cinesi sono da tempo preoccupate per la dipendenza dal gioco e altre attività online, che considerano dannose per i giovani. La Npp ha descritto a Xinhua le nuove restrizioni come una “protezione della salute fisica e mentale dei minori”. Un mese fa un organo di stampa statale cinese aveva criticato questa dipendenza chiamando i videogiochi un “oppio spirituale”.
La risposta delle aziende
A luglio, il gigante cinese dei giochi Tencent ha dichiarato di stare implementando il riconoscimento facciale per impedire ai bambini di giocare tra le 22 e le 8 del mattino. Dopo l’annuncio delle nuove e più stringenti misure volute dalle autorità l’azienda si è affrettata a far sapere che è pronta a seguire le direttive e migliorare la protezione dei minori.
Anche se in Cina un gran numero di giovani gioca online, le piattaforme possono resistere a questo giro di vite. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, infatti, i giovani giocatori rappresentano solo una piccola percentuale delle entrate complessive di queste aziende. Tencent per esempio ha detto al giornale americano che solo il 2,6% dei suoi guadagni lordi, da aprile a giugno, proveniva da giocatori cinesi di età inferiore ai 16 anni. Agli utenti tra i 16 e i 18 anni non è già consentito spendere più di 400 yuan, circa 60 dollari, ogni mese nei videogame.
Quest’anno, le autorità cinesi hanno posto molti limiti all’espansione del settore tecnologico del Paese, in risposta alle preoccupazioni sui monopoli, al potere guadagnato dalle aziende del comparto e alla possibile creazione di spazi per il dissenso contro il Partito comunista cinese.
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