(foto via Wsj)
Lo sfruttamento degli animali esotici sui social network è l’altra faccia della medaglia della passione del web per il mondo animale. Se cani e gatti sono protagonisti indiscussi di meme, post e filmati divertenti, un differente trend online riguarda farsi fotografare vicino a delle bestie in cattività. In diverse nazioni, zoo clandestini mettono a disposizione animali in gabbia per i turisti desiderosi di apparire insieme a loro sui social. Come se questo non bastasse, il trend contraddistinto sui social dall’hashtag #wildlife comporta un nuovo rischio per alcune specie in via di estinzione, divenute in poco tempo un oggetto di culto da esibire sui profili web.
Un leone alla festa di compleanno
Susan Khan è una social media influencer pakistana – 55mila follower su Instagram – che è finita al centro delle polemiche per aver ospitato una tigre alla sua festa di compleanno. Due filmati in cui si vede la giovane accarezzare una tigre incatenata durante il party hanno suscitato scalpore sui media locali. Le tigri non sono presenti in natura nel Pakistan, eppure negli ultimi anni si è assistito all’arrivo di questi animali per soddisfare le richieste del pubblico. Gabbie ai bordi delle strade permettono a chiunque di affittare un cucciolo al fine di scattare una foto per i social. I più benestanti non si fermano al noleggio, ma acquistano tigri così da poterle esporle più spesso nei propri post. Ciò aumenta la richiesta e di conseguenza l’importazione di animali esotici, un trend che ha attirato molte critiche: il quotidiano pakistano The Express Tribune spiega che “gli esperti hanno espresso alcune riserve sul commercio illegale di animali in via di estinzione o rari attraverso Facebook e altre piattaforme social. Se il commercio è illegale, si può immaginare le condizioni in cui gli animali sono tenuti”.
Gli elefanti sono un’altra specie ammirata sui social network: ci sono buone probabilità che le foto più diffuse online di pachidermi giocosi e in atteggiamenti divertimenti arrivino da alcune zone circoscritte in Thailandia. Il parco Maetaman è diventato una meta imprescindibile per chi vuole postare una foto con questi animali. Camminate e spettacoli vengono organizzati quotidianamente per permettere ai turisti di fare stories e creare status con gli elefanti. E lo stesso capita nella spiaggia di Phuket: la pagina Elephant Beach mette in mostra le foto dei clienti giunti sull’arenile per farsi dei selfie con le bestie. Ma il trattamento che questi animali ricevono dai domatori è stato condannato da numerose organizzazioni animaliste: gli elefanti sono frustati davanti ai turisti e vengono loro imposti dei movimenti stancanti per apparire al meglio nelle immagini dei clienti paganti.
Lo sfruttamento di animali per i social riguarda anche l’Occidente. Negli Stati Uniti le condizioni dello scimpanzé Limbani, che vive nello zoo di Miami, hanno fatto preoccupare numerosi osservatori. Nell’account dell’animale su Instagram – verificato ufficialmente dalla piattaforma – ci sono molte immagini insieme agli avventori, ma mancano quelle con altri suoi simili. Proprio l’assenza di altri scimpanzé e uno stile di vita atipico hanno fatto preoccupare i commentatori. In un articolo pubblicato sul magazine scientifico The Conversation, la ricercatrice australiana Zara Bending si è concentrata proprio sul caso Limbani: “Le immagini della fauna selvatica in pose e ambienti simili a quelli umani possono distorcere la percezione pubblica del loro stato in natura. L’istituto International Union for Conservation of Nature classifica gli scimpanzé come in via di estinzione. La prevalenza degli scimpanzé nei media e nell’intrattenimento può indurre gli spettatori a credere che le popolazioni selvatiche siano fiorenti”. Sul sito dello zoo di Miami, un tour dal costo di 3.500 dollari per due persone promette “una speciale apparizione del celebre Limbani”.
La tratta online di animali esotici
Un animale che diventa di tendenza sui social rischia di compromettere il benessere di tutta la sua specie. È successo con i cuccioli di papera in Irlanda e negli Stati Uniti dopo che un video di TikTok con protagonista una paperella era diventato virale. In Giappone le richieste per ottenere una lontra sono cresciute notevolmente dopo la diffusione di video con al centro questi animali. Il commercio illecito della lontra asiatica, desiderato ora come animale domestico in Giappone dopo il boom online, è in aumento.
Per ovviare a questo problema, Facebook e Instagram hanno stretto un accordo con l’associazione Coalition to End Wildlife Trafficking Online che mira a ridurre il traffico di animali selvatici online dell’80%. Entrambe le piattaforme hanno vietato la vendita di animali nel 2017, tuttavia è ancora possibile trovare annunci che mettono in vendita specie esotiche. Un ulteriore aiuto può arrivare da chiunque abbia un profilo social: la raccomandazione degli esperti è quella di considerare le condizioni di vita degli animali rappresentati prima di aggiungere un like o condividere contenuti sulla fauna selvatica online. Un repost in meno potrebbe contribuire alla sopravvivenza degli animali esotici sul pianeta.
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