(foto: Wakil Kohsar/Afp via Getty Images)
La conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani dopo vent’anni di presenza americana sta creando dei problemi anche ai principali social network, mettendoli davanti al dilemma su cosa fare dei loro contenuti online. Facebook ha affermato di aver bandito i talebani e tutti i contenuti a loro legati, considerando il gruppo islamista afgano un’organizzazione terroristica. La società ha fatto anche sapere di avere a disposizione un team di esperti afghani per monitorare e rimuovere i post e le immagini di propaganda collegati al gruppo.
“I talebani sono sanzionati come organizzazione terroristica dalla legge degli Stati Uniti e li abbiamo banditi dai nostri servizi secondo le nostre politiche sulle organizzazioni pericolose. Ciò significa che rimuoviamo gli account gestiti da o per conto dei talebani e i contenuti che li lodano, li sostengono e li rappresentano”, ha detto un portavoce di Facebook ha detto alla Bbc.
Questa politica si applica oltre che al principale social network del mondo, anche alle altre piattaforme di cui è proprietario. A confermarlo è stato ieri Adam Mosseri, capo di Instagram, durante un’intervista a Bloomberg Television. Mosseri ha spiegato anche che della situazione in rapida evoluzione “dovremo modificare ciò che facciamo e il modo in cui lo facciamo per rispondere a i rischi che cambiano man mano che si verificano”.
Secondo quanto riporta Al Jazeera, nonostante queste politiche i talebani hanno continuato a usare Facebook e Whatsapp per i loro messaggi e per la propaganda della jihad.
Su Twitter i portavoce talebani possono ancora agire liberamente. Hanno centinaia di migliaia di follower e in questi giorni hanno twittato aggiornamenti durante l’avanzata della milizia, anche se la politica del social di microblogging non consente gruppi che promuovono il terrorismo o la violenza contro i civili.
YouTube alla domanda se ha un divieto o restrizioni per i talebani, ha rifiutato di commentare ma ha affermato che la sua piattaforma si affida ai governi per definire le “organizzazioni terroristiche straniere” e applicare le regole del sito contro i gruppi criminali violenti.
Il sito ha affermato di fare riferimento all’elenco delle organizzazione terroristiche straniere (Fto) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti di cui i talebani non sono membri. Gli Stati Uniti invece classificano i talebani come “terroristi globali appositamente designati”.
Da quello che si vede i social in questo momento si muovono in ordine sparso e prendono decisioni in base a leggere sfumature. Molto dipenderà anche da come evolverà la situazione e da che riconoscimento internazionale otterranno i talebani.
Secondo, Mohammed Sinan Siyech, ricercatore sulla sicurezza nell’Asia meridionale citato da Al Jazeera, se arriva un riconoscimento a livello globale, per un’azienda come Twitter o Facebook prendere una decisione soggettiva sull’ospitare o meno il gruppo “pone complicazioni”.
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