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Attualità - Internet
Facebook controlla i nostri messaggi di WhatsApp più di quanto immaginiamo
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Messaggio
<blockquote data-quote="Tommaso Meo" data-source="post: 381"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/09/08155653/christian-wiediger-5BG-9id-A6I-unsplash.jpg" alt="Whatsapp messaggi" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>Foto: via Unsplash</p><p></p><p>WhatsApp forse<strong> non è così privato come pensiamo</strong> che sia, né come dichiara di essere, ma c’è (in parte) una spiegazione.</p><p></p><p><a href="https://www.propublica.org/article/how-facebook-undermines-privacy-protections-for-its-2-billion-whatsapp-users" target="_blank">Un report di <em>ProPublica</em></a> ha evidenziato nei giorni scorsi che la compagnia di Mark Zuckerberg ha appaltato ad almeno <strong>1.000 lavoratori di Accenture</strong> in diverse parti del mondo la <strong>moderazione dei messaggi di WhatsApp</strong> dei suoi 2 miliardi di utenti. Si tratta di persone che passano le giornate a leggere e valutare chat private monitorando, tra le altre cose, spam, disinformazione, incitamento all’odio, potenziali minacce terroristiche e materiale pedopornografico.</p><p></p><p>In base al contenuto, i moderatori <strong>possono bloccare l’account</strong> o mettere in guardia il titolare. Ma allora perché la piattaforma promuove la privacy e afferma di non poter leggere i messaggi inviati tra gli utenti a causa della <strong>crittografia end-to-end</strong> del servizio?</p><p></p><p>Forse non tutti lo sanno ma la moderazione è prevista nelle <a href="https://faq.whatsapp.com/general/security-and-privacy/about-blocking-and-reporting-contacts" target="_blank">dalle Faq della stessa WhatsApp</a>. Facebook, alla pubblicazione della notizia di <em>ProPublica</em> ha risposto spiegando che <strong>consente agli utenti di segnalare abusi</strong> in chat e che tali segnalazioni vengono quindi esaminate dai moderatori. Non si tratta però di <strong>un singolo messaggio</strong> per volta. Quando un utente segnala un abuso, ai moderatori di WhatsApp vengono inviati <em>“i messaggi più recenti inviati dall’utente o dal gruppo segnalato”</em>, per ricostruire meglio il contesto della conversazione.</p><p></p><p>La crittografia end-to-end dovrebbe però rendere impossibile che un messaggio venga letto prima che passi da un dispositivo a un altro. I messaggi vengono criptati prima di essere inviati e decodificati solo quando vengono ricevuti dall’utente previsto. C’è un però. Quando un utente segnala un abuso infatti, <strong>le versioni non crittografate</strong> del messaggio vengono inviate agli appaltatori di moderazione di WhatsApp.</p><p></p><p>Facebook ritiene che questa pratica<strong> non sia incompatibile con la privacy</strong> promessa dalla crittografia end-to-end. In una dichiarazione un portavoce ha spiegato che la compagnia ha creato il servizio <em>“in modo da limitare i dati che raccogliamo fornendoci la possibilità di prevenire lo spam, indagare sulle minacce e bloccare coloro che sono coinvolti nel peggior tipo di abuso”</em> nelle chat.</p><p></p><p>C’è però <strong>qualche piccolo problema</strong> anche con questo metodo. I moderatori di WhatsApp hanno detto a <em>ProPublica</em> che il programma di intelligenza artificiale dell’app invia loro un numero eccessivo di post innocui. Oltre a questo, una volta<em> flaggato </em>un contenuto, come detto, i moderatori vengono raggiunti anche dai quattro messaggi precedenti nella chat e da informazioni sulle <em>“recenti interazioni con l’utente segnalato”</em>, che potrebbero però includere anche <strong>dati sensibili</strong> come numeri di telefono, email e foto del profilo, tra le altre cose. WhatsApp inoltre raccoglie i metadati delle nostre conversazioni e non fa mistero di condividerli con le forze dell’ordine, a differenza di app come Signal che salvano solo le informazioni di contatto.</p><p></p><p>In un’audizione al Senato del 2018, <strong>Mark Zuckerberg</strong> aveva assicurato che <em>“non vediamo nessuno dei contenuti in WhatsApp, è completamente crittografato”</em>. Alla luce delle nuove informazioni e da quello che ammette la stessa Facebook lo scenario è ben diverso.WhatsApp<strong> può effettivamente leggere i nostri messaggi</strong> senza il nostro consenso.</p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/tlc/2021/09/08/facebook-controlla-i-messaggi-di-whatsapp-piu-di-quanto-ci-immaginiamo/" target="_blank">Facebook controlla i nostri messaggi di WhatsApp più di quanto immaginiamo</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/tlc/2021/09/08/facebook-controlla-i-messaggi-di-whatsapp-piu-di-quanto-ci-immaginiamo/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tommaso Meo, post: 381"] [IMG alt="Whatsapp messaggi"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/09/08155653/christian-wiediger-5BG-9id-A6I-unsplash.jpg[/IMG] Foto: via Unsplash WhatsApp forse[B] non è così privato come pensiamo[/B] che sia, né come dichiara di essere, ma c’è (in parte) una spiegazione. [URL='https://www.propublica.org/article/how-facebook-undermines-privacy-protections-for-its-2-billion-whatsapp-users']Un report di [I]ProPublica[/I][/URL] ha evidenziato nei giorni scorsi che la compagnia di Mark Zuckerberg ha appaltato ad almeno [B]1.000 lavoratori di Accenture[/B] in diverse parti del mondo la [B]moderazione dei messaggi di WhatsApp[/B] dei suoi 2 miliardi di utenti. Si tratta di persone che passano le giornate a leggere e valutare chat private monitorando, tra le altre cose, spam, disinformazione, incitamento all’odio, potenziali minacce terroristiche e materiale pedopornografico. In base al contenuto, i moderatori [B]possono bloccare l’account[/B] o mettere in guardia il titolare. Ma allora perché la piattaforma promuove la privacy e afferma di non poter leggere i messaggi inviati tra gli utenti a causa della [B]crittografia end-to-end[/B] del servizio? Forse non tutti lo sanno ma la moderazione è prevista nelle [URL='https://faq.whatsapp.com/general/security-and-privacy/about-blocking-and-reporting-contacts']dalle Faq della stessa WhatsApp[/URL]. Facebook, alla pubblicazione della notizia di [I]ProPublica[/I] ha risposto spiegando che [B]consente agli utenti di segnalare abusi[/B] in chat e che tali segnalazioni vengono quindi esaminate dai moderatori. Non si tratta però di [B]un singolo messaggio[/B] per volta. Quando un utente segnala un abuso, ai moderatori di WhatsApp vengono inviati [I]“i messaggi più recenti inviati dall’utente o dal gruppo segnalato”[/I], per ricostruire meglio il contesto della conversazione. La crittografia end-to-end dovrebbe però rendere impossibile che un messaggio venga letto prima che passi da un dispositivo a un altro. I messaggi vengono criptati prima di essere inviati e decodificati solo quando vengono ricevuti dall’utente previsto. C’è un però. Quando un utente segnala un abuso infatti, [B]le versioni non crittografate[/B] del messaggio vengono inviate agli appaltatori di moderazione di WhatsApp. Facebook ritiene che questa pratica[B] non sia incompatibile con la privacy[/B] promessa dalla crittografia end-to-end. In una dichiarazione un portavoce ha spiegato che la compagnia ha creato il servizio [I]“in modo da limitare i dati che raccogliamo fornendoci la possibilità di prevenire lo spam, indagare sulle minacce e bloccare coloro che sono coinvolti nel peggior tipo di abuso”[/I] nelle chat. C’è però [B]qualche piccolo problema[/B] anche con questo metodo. I moderatori di WhatsApp hanno detto a [I]ProPublica[/I] che il programma di intelligenza artificiale dell’app invia loro un numero eccessivo di post innocui. Oltre a questo, una volta[I] flaggato [/I]un contenuto, come detto, i moderatori vengono raggiunti anche dai quattro messaggi precedenti nella chat e da informazioni sulle [I]“recenti interazioni con l’utente segnalato”[/I], che potrebbero però includere anche [B]dati sensibili[/B] come numeri di telefono, email e foto del profilo, tra le altre cose. WhatsApp inoltre raccoglie i metadati delle nostre conversazioni e non fa mistero di condividerli con le forze dell’ordine, a differenza di app come Signal che salvano solo le informazioni di contatto. In un’audizione al Senato del 2018, [B]Mark Zuckerberg[/B] aveva assicurato che [I]“non vediamo nessuno dei contenuti in WhatsApp, è completamente crittografato”[/I]. Alla luce delle nuove informazioni e da quello che ammette la stessa Facebook lo scenario è ben diverso.WhatsApp[B] può effettivamente leggere i nostri messaggi[/B] senza il nostro consenso. The post [URL='https://www.wired.it/internet/tlc/2021/09/08/facebook-controlla-i-messaggi-di-whatsapp-piu-di-quanto-ci-immaginiamo/']Facebook controlla i nostri messaggi di WhatsApp più di quanto immaginiamo[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/tlc/2021/09/08/facebook-controlla-i-messaggi-di-whatsapp-piu-di-quanto-ci-immaginiamo/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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