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Attualità - Internet
Come cambiano le ricerche su Google
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<blockquote data-quote="Antonio Dini" data-source="post: 413"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/05/25132156/GettyImages-1230444599.jpg" alt="" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p> (Photo by Artur Widak/NurPhoto via Getty Images)</p><p></p><p>La “mamma” dell’intelligenza artificiale di Google <strong>si chiama Mum</strong>. <a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/05/19/google-mum-algoritmo-ricerca-online/" target="_blank">L’acronimo</a> sta per <strong>Multitask Unified Model</strong> (<a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/07/05/google-mum-algoritmo-intervista-pandu-nayak/" target="_blank">lo abbiamo raccontato qui</a>) e secondo l’azienda è un cambiamento radicale rispetto alle precedenti generazioni di Ai. Tanto che le nuove funzioni di ricerca, appena annunciate da Prabhakar Raghavan di Google durante l’evento Google Search che si è tenuto in California, rendono quasi magica l’interazione con le funzioni di ricerca dell’azienda ma sollevano anche dubbi sui temi della privacy e della sicurezza nella ricerca.</p><p></p><p><strong>Google ha annunciato Mum questa estate</strong>, durante il suo evento <a href="https://www.wired.it/mobile/smartphone/2021/05/19/novita-google-i-o-2021/" target="_blank">Google I/O</a>, nel quale si mostrano le tecnologie destinate agli sviluppatori e che poi faranno da motore per le innovazioni aziendali. <strong>Da I/O a Google Search il passaggio è quello dal contesto al prodotto</strong>. E le funzioni di ricerca, spiegano Karen Cobry e Matt Matrigal, sempre di Google, sono fondamentali per la vita di miliardi di persone tutti i giorni. La differenza è ora stanno diventando sempre più ricche.</p><p></p><h3><strong>Cercare con le immagini</strong></h3><p></p><p>Le nuove funzioni verranno messe in linea nei prossimi mesi. Come spiegano Rebecca Moore e Harris Cohen di Google, infatti, i differenti prodotti del portafoglio della ricerca di Google stanno finendo di implementare le novità che hanno l’obiettivo di <strong>rendere più naturale e semplice la ricerca delle informazioni</strong>. Quella più interessante probabilmente è la ricerca visiva tramite <strong>Google Lens</strong>, l’app disponibile per <strong>Android e iOS</strong> che permette da tempo di inquadrare un oggetto e farlo riconoscere da Google, ad esempio per poterlo cercare e comprare nello marketplace online dove sono presenti i venditori affiliati all’azienda.</p><p></p><p>Adesso si può chiedere a Lens di “capire” ad esempio la fantasia di una camicia colorata e cercare l’equivalente su un altro capo, come ad esempio i calzini, per coordinarli. <strong>La comodità di questo tipo di ricerca</strong>, spiegano Moore e Cohen, sta nel fatto che si possono cercare cose molto difficili da spiegare a parole, esattamente come dice il proverbio “un’immagine vale cento parole”.</p><p></p><h3><strong>Come cercare meglio</strong></h3><p></p><p>Google sta lavorando poi alla ridefinizione della sua pagina più importante, quella della ricerca, che grazie a Mum e ai sistemi di intelligenza artificiale viene ripensata. <strong>Things to know</strong> diventa i punto di partenza per capire <strong>quali sono le cose da sapere su argomenti specifici.</strong> Come, per esempi,o quello che serve per la pittura nel contesto di chi vuole arredare la casa: tutorial, siti consigliati, prodotti da usare, tecniche da imparare.</p><p></p><p>Oppure la possibilità di cercare aree e creare indirizzi, cosa fondamentale per poter dare un punto di arrivo <strong>a milioni di persone</strong> che vivono in contesti privi di normale segnaletica stradale ad esempio in <strong>Africa o in America Latina</strong>. Ma Google è ancora più ambiziosa e vuole creare un meccanismo che permetta di <strong>gestire in maniera fluidi gli argomenti e i loro contesti</strong>, passando dall’uno all’altro per evitare molte delle incomprensioni e quindi inefficienze quando si fa una ricerca.</p><p></p><h3><strong>Un video è meglio</strong></h3><p></p><p>Inoltre, Google sta applicando Mum per capire cosa contengono i contenuti di YouTube a prescindere dalle tag messe da chi li ha caricati, <strong>per poter trovare risposte finora “perse” dentro un video o un audio</strong>. La modalità di ricerca basata sulla possibilità di sfruttare la comprensione dei <strong>contenuti finora “opachi”</strong> per i motori di ricerca, cioè non testuali, fa parte di una più generale tendenza a sfruttare immagini, video e audio al posto di contenuti testuali, che viene amplificata anche da social come Instagram e TikTok.</p><p></p><h3><strong>Il contesto è importante</strong></h3><p></p><p>Google inoltre promette di aiutare chi fa ricerche a capire meglio quello che trova: non solo nei negozi online ma anche sui siti di informazione e su quelli personali: capire meglio la credibilità delle informazioni, e avere accesso a fonti sempre nuove. Google ha sempre e costantemente un ruolo di pivot che porta ogni giorno visitatori a più di cento milioni di siti e che<strong> connette 120 milioni di imprese grandi e piccole</strong> che non hanno un loro sito web ma hanno fornito orari di apertura, indirizzi e numeri di telefono a Google Maps.</p><p></p><p>Accanto a questo ruolo nuovo e sempre più potenziato da Mum, c’è però da chiedersi (e <strong>quelli di Google sul punto ancora non rispondono</strong>) quali impatti ci saranno sulla privacy ma soprattutto sulla “sicurezza” delle ricerche. Il motore di ricerca ha sempre mantenuto dei filtri per minori e più in generale di decenza (<strong>Safe Filter</strong>) <strong>per evitare che i risultati di una innocente ricerca</strong> di un termine ambiguo sfocino ad esempio in risultati pornografici. Come cambia tutto questo con <strong>l’uso dell’intelligenza artificiale come catalogatore</strong> e motore di erogazione dei risultati delle ricerche?</p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/29/google-search-ricerca-intelligenza-artificiale/" target="_blank">Come cambiano le ricerche su Google</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/29/google-search-ricerca-intelligenza-artificiale/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonio Dini, post: 413"] [IMG]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/05/25132156/GettyImages-1230444599.jpg[/IMG] (Photo by Artur Widak/NurPhoto via Getty Images) La “mamma” dell’intelligenza artificiale di Google [B]si chiama Mum[/B]. [URL='https://www.wired.it/internet/web/2021/05/19/google-mum-algoritmo-ricerca-online/']L’acronimo[/URL] sta per [B]Multitask Unified Model[/B] ([URL='https://www.wired.it/internet/web/2021/07/05/google-mum-algoritmo-intervista-pandu-nayak/']lo abbiamo raccontato qui[/URL]) e secondo l’azienda è un cambiamento radicale rispetto alle precedenti generazioni di Ai. Tanto che le nuove funzioni di ricerca, appena annunciate da Prabhakar Raghavan di Google durante l’evento Google Search che si è tenuto in California, rendono quasi magica l’interazione con le funzioni di ricerca dell’azienda ma sollevano anche dubbi sui temi della privacy e della sicurezza nella ricerca. [B]Google ha annunciato Mum questa estate[/B], durante il suo evento [URL='https://www.wired.it/mobile/smartphone/2021/05/19/novita-google-i-o-2021/']Google I/O[/URL], nel quale si mostrano le tecnologie destinate agli sviluppatori e che poi faranno da motore per le innovazioni aziendali. [B]Da I/O a Google Search il passaggio è quello dal contesto al prodotto[/B]. E le funzioni di ricerca, spiegano Karen Cobry e Matt Matrigal, sempre di Google, sono fondamentali per la vita di miliardi di persone tutti i giorni. La differenza è ora stanno diventando sempre più ricche. [HEADING=2][B]Cercare con le immagini[/B][/HEADING] Le nuove funzioni verranno messe in linea nei prossimi mesi. Come spiegano Rebecca Moore e Harris Cohen di Google, infatti, i differenti prodotti del portafoglio della ricerca di Google stanno finendo di implementare le novità che hanno l’obiettivo di [B]rendere più naturale e semplice la ricerca delle informazioni[/B]. Quella più interessante probabilmente è la ricerca visiva tramite [B]Google Lens[/B], l’app disponibile per [B]Android e iOS[/B] che permette da tempo di inquadrare un oggetto e farlo riconoscere da Google, ad esempio per poterlo cercare e comprare nello marketplace online dove sono presenti i venditori affiliati all’azienda. Adesso si può chiedere a Lens di “capire” ad esempio la fantasia di una camicia colorata e cercare l’equivalente su un altro capo, come ad esempio i calzini, per coordinarli. [B]La comodità di questo tipo di ricerca[/B], spiegano Moore e Cohen, sta nel fatto che si possono cercare cose molto difficili da spiegare a parole, esattamente come dice il proverbio “un’immagine vale cento parole”. [HEADING=2][B]Come cercare meglio[/B][/HEADING] Google sta lavorando poi alla ridefinizione della sua pagina più importante, quella della ricerca, che grazie a Mum e ai sistemi di intelligenza artificiale viene ripensata. [B]Things to know[/B] diventa i punto di partenza per capire [B]quali sono le cose da sapere su argomenti specifici.[/B] Come, per esempi,o quello che serve per la pittura nel contesto di chi vuole arredare la casa: tutorial, siti consigliati, prodotti da usare, tecniche da imparare. Oppure la possibilità di cercare aree e creare indirizzi, cosa fondamentale per poter dare un punto di arrivo [B]a milioni di persone[/B] che vivono in contesti privi di normale segnaletica stradale ad esempio in [B]Africa o in America Latina[/B]. Ma Google è ancora più ambiziosa e vuole creare un meccanismo che permetta di [B]gestire in maniera fluidi gli argomenti e i loro contesti[/B], passando dall’uno all’altro per evitare molte delle incomprensioni e quindi inefficienze quando si fa una ricerca. [HEADING=2][B]Un video è meglio[/B][/HEADING] Inoltre, Google sta applicando Mum per capire cosa contengono i contenuti di YouTube a prescindere dalle tag messe da chi li ha caricati, [B]per poter trovare risposte finora “perse” dentro un video o un audio[/B]. La modalità di ricerca basata sulla possibilità di sfruttare la comprensione dei [B]contenuti finora “opachi”[/B] per i motori di ricerca, cioè non testuali, fa parte di una più generale tendenza a sfruttare immagini, video e audio al posto di contenuti testuali, che viene amplificata anche da social come Instagram e TikTok. [HEADING=2][B]Il contesto è importante[/B][/HEADING] Google inoltre promette di aiutare chi fa ricerche a capire meglio quello che trova: non solo nei negozi online ma anche sui siti di informazione e su quelli personali: capire meglio la credibilità delle informazioni, e avere accesso a fonti sempre nuove. Google ha sempre e costantemente un ruolo di pivot che porta ogni giorno visitatori a più di cento milioni di siti e che[B] connette 120 milioni di imprese grandi e piccole[/B] che non hanno un loro sito web ma hanno fornito orari di apertura, indirizzi e numeri di telefono a Google Maps. Accanto a questo ruolo nuovo e sempre più potenziato da Mum, c’è però da chiedersi (e [B]quelli di Google sul punto ancora non rispondono[/B]) quali impatti ci saranno sulla privacy ma soprattutto sulla “sicurezza” delle ricerche. Il motore di ricerca ha sempre mantenuto dei filtri per minori e più in generale di decenza ([B]Safe Filter[/B]) [B]per evitare che i risultati di una innocente ricerca[/B] di un termine ambiguo sfocino ad esempio in risultati pornografici. Come cambia tutto questo con [B]l’uso dell’intelligenza artificiale come catalogatore[/B] e motore di erogazione dei risultati delle ricerche? The post [URL='https://www.wired.it/internet/web/2021/09/29/google-search-ricerca-intelligenza-artificiale/']Come cambiano le ricerche su Google[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/29/google-search-ricerca-intelligenza-artificiale/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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