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Attualità - Internet
Chi condivide più fake news su Twitter in Italia?
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<blockquote data-quote="Gabriele Porro" data-source="post: 67"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2019/12/12184251/GettyImages-893110848.jpg" alt="fake news" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>(foto: Getty Images)</p><p></p><p>Social network come Facebook e Twitter hanno iniziato da tempo a combattere <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2020/01/31/coronavirus-facebook-google-e-twitter-sui-social-scatta-la-guerra-alla-disinformazione/" target="_blank">la disinformazione</a> adottando tecniche e approcci differenti. Nonostante la presenza di <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/01/26/twitter-test-programma-fact-checking-birdwatch/" target="_blank">collaborazioni con i fact-checker</a>, però, sulle piattaforme online le fake news trovano sempre un modo per venire diffuse a grandi platee. Ma qual è la categoria di profili che tendono a condividere più notizie false? Grazie a un’analisi condotta tramite un algoritmo da <a href="https://fakenews.iconsulting.biz/#/conclusione" target="_blank">Iconsulting</a>, si scopre che in Italia <strong>sono i politici a condividere più bufale</strong>, seguiti a ruota dagli <strong>attivisti</strong> e dagli <strong>imprenditori</strong>. La percentuale di attendibilità dei tweet pubblicati dai politici italiani è pari al <strong>56%</strong>, e il dato si riferisce a circa 1042 tweet e 14.161 retweet.</p><p></p><p>Una rivelazione preoccupante, anche alla luce del fatto che durante il periodo iniziale della pandemia e con l’avvio della campagna vaccinale, le fake news hanno subito una notevole impennata. A confermare questa tendenza ci sono i report della Polizia Postale e la <a href="https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2021/02/RELAZIONE-ANNUALE-2020.pdf" target="_blank">Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza</a>, che segnalano un <strong>aumento delle fake news pari al 436%</strong> rispetto all’anno precedente.</p><p></p><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/06/01112911/Overview-Piattaforma_Iconsulting.jpg" alt="" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>Politici e attivisti condividono più fake news in Italia (immagine: Iconsulting)</p><p></p><p>Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid, inoltre, online si è verificata una vera e propria infodemia di fantasiose supposizioni, <a href="https://www.wired.it/attualita/media/2021/05/10/teorie-complotto-fake-news-2021/" target="_blank">complotti</a> e notizie contradditorie. Un fenomeno pericoloso, quello della diffusione di fake news sui vaccini, che ha persino spinto il ministero della Salute a dedicare una <a href="https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp" target="_blank">pagina</a> del proprio sito alla loro puntuale smentita.</p><p></p><p>Iconsulting ha effettuato un analisi sui tweet pubblicati dai profili italiani tra il 27 dicembre 2020 e il 19 aprile 2021, con un particolare focus su quelli che utilizzavano gli hashtag #vaccino, #vaccini, #novax, #astrazeneca, #PfizerBioNTech, #Moderna e #Sputnik. Lo scopo della società di data-driven trasformation italiana era quello di utilizzare un algoritmo creato per l’occasione al fine di scoprire quale era la categoria che più di tutte condivideva notizie false.</p><p></p><p>Oltre ad aver <em>condannato</em> i politici, l’algoritmo ha identificato che la <strong>categoria più attendibile</strong> è quella degli <strong>organismi governativi</strong> (con un’attendibilità del 99%) che per tutto questo periodo di pandemia sono stati una delle fonti di informazioni più affidabili. Ovviamente se si parla di virus, malattie e vaccinazioni, i profili appartenenti al <strong>mondo della sanità</strong> si sono dimostrati essere una voce preziosa, con un indice di attendibilità pari al 91%. Lo stesso si può dire dei media tradizionali, che – nonostante la vulgata – con il 90% di attendibilità si sono dimostrati una<strong> fonte d’informazioni autorevoli, affidabili e verificate</strong>.</p><p></p><h3>Un algoritmo per trovare la disinformazione</h3><p></p><p>“<em>Per progettare azioni di contrasto alla disinformazione abbiamo utilizzato un approccio basato sul fenomeno delle cosiddette echo-chamber e sull’analisi delle correlazioni fra gli utenti che condividono contenuti inaffidabili</em>”, ha spiegato a <em>Wired</em> un portavoce di Iconsulting. Sfruttando quindi il <strong>machine learning</strong> l’algoritmo è stato in grado di imparare a riconoscere, grazie a un set di dati iniziali, se una notizia fosse vera o falsa, assegnando poi un punteggio da 0 a 1 ai tweet analizzati. A questo punto il punteggio può essere anche attribuito agli utenti in base a come essi interagiscono con i tweet esaminati.</p><p></p><p>Ciò ha potuto costatare che i <strong>profili satirici</strong>, ossia vignettisti, autori e blogger, su Twitter sono molto più affidabili dei profili dei politici. L’indice di attendibilità del mondo della satira italiana, che sembra sentire la responsabilità di un ruolo importante impegnandosi a diffondere notizie attendibili, è pari all’80% contro un bassissimo 56% dei politici. Un esempio di come la satira sia riuscita a veicolare informazioni attendibili è <a href="https://twitter.com/cartonimorti" target="_blank">Andrea Lorenzon</a> con il suo canale Cartoni Morti.</p><p></p><p>[MEDIA=youtube]GJrC0xAAXoU[/MEDIA] </p><p>Un altro dato che emerge dall’analisi dell’algoritmo è che la categoria degli imprenditori, che più di tutti in questo periodo dovrebbero supportare la ripartenza del pese puntando sulla campagna vaccinale, ha fatto registrare un<strong> calo dell’attendibilità</strong> delle notizie twittate passando da un 65% a un 57%.</p><p></p><p>In tutto questo Twitter continua la sua lotta interna alle fake news etichettando, laddove possibile, le notizie disinformanti e invitando gli utenti a <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2020/06/11/twitter-lettura-articoli/" target="_blank">leggere un articolo prima di ricondividerlo</a> senza averlo nemmeno aperto. Questi stratagemmi, che consentono comunque agli utenti di avere un quadro complessivo delle informazioni indipendentemente dalla loro veridicità, hanno permesso al social network di <strong>diminuire la condivisione di fake news</strong> in un momento delicato dove basta che una parola come “trombosi” arrivi a orecchie non informate per far crollare la fiducia in un vaccino salva vita.</p><p></p><p> </p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/06/02/fake-news-twitter-italia/" target="_blank">Chi condivide più fake news su Twitter in Italia?</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/06/02/fake-news-twitter-italia/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Gabriele Porro, post: 67"] [IMG alt="fake news"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2019/12/12184251/GettyImages-893110848.jpg[/IMG] (foto: Getty Images) Social network come Facebook e Twitter hanno iniziato da tempo a combattere [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2020/01/31/coronavirus-facebook-google-e-twitter-sui-social-scatta-la-guerra-alla-disinformazione/']la disinformazione[/URL] adottando tecniche e approcci differenti. Nonostante la presenza di [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/01/26/twitter-test-programma-fact-checking-birdwatch/']collaborazioni con i fact-checker[/URL], però, sulle piattaforme online le fake news trovano sempre un modo per venire diffuse a grandi platee. Ma qual è la categoria di profili che tendono a condividere più notizie false? Grazie a un’analisi condotta tramite un algoritmo da [URL='https://fakenews.iconsulting.biz/#/conclusione']Iconsulting[/URL], si scopre che in Italia [B]sono i politici a condividere più bufale[/B], seguiti a ruota dagli [B]attivisti[/B] e dagli [B]imprenditori[/B]. La percentuale di attendibilità dei tweet pubblicati dai politici italiani è pari al [B]56%[/B], e il dato si riferisce a circa 1042 tweet e 14.161 retweet. Una rivelazione preoccupante, anche alla luce del fatto che durante il periodo iniziale della pandemia e con l’avvio della campagna vaccinale, le fake news hanno subito una notevole impennata. A confermare questa tendenza ci sono i report della Polizia Postale e la [URL='https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2021/02/RELAZIONE-ANNUALE-2020.pdf']Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza[/URL], che segnalano un [B]aumento delle fake news pari al 436%[/B] rispetto all’anno precedente. [IMG]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/06/01112911/Overview-Piattaforma_Iconsulting.jpg[/IMG] Politici e attivisti condividono più fake news in Italia (immagine: Iconsulting) Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid, inoltre, online si è verificata una vera e propria infodemia di fantasiose supposizioni, [URL='https://www.wired.it/attualita/media/2021/05/10/teorie-complotto-fake-news-2021/']complotti[/URL] e notizie contradditorie. Un fenomeno pericoloso, quello della diffusione di fake news sui vaccini, che ha persino spinto il ministero della Salute a dedicare una [URL='https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp']pagina[/URL] del proprio sito alla loro puntuale smentita. Iconsulting ha effettuato un analisi sui tweet pubblicati dai profili italiani tra il 27 dicembre 2020 e il 19 aprile 2021, con un particolare focus su quelli che utilizzavano gli hashtag #vaccino, #vaccini, #novax, #astrazeneca, #PfizerBioNTech, #Moderna e #Sputnik. Lo scopo della società di data-driven trasformation italiana era quello di utilizzare un algoritmo creato per l’occasione al fine di scoprire quale era la categoria che più di tutte condivideva notizie false. Oltre ad aver [I]condannato[/I] i politici, l’algoritmo ha identificato che la [B]categoria più attendibile[/B] è quella degli [B]organismi governativi[/B] (con un’attendibilità del 99%) che per tutto questo periodo di pandemia sono stati una delle fonti di informazioni più affidabili. Ovviamente se si parla di virus, malattie e vaccinazioni, i profili appartenenti al [B]mondo della sanità[/B] si sono dimostrati essere una voce preziosa, con un indice di attendibilità pari al 91%. Lo stesso si può dire dei media tradizionali, che – nonostante la vulgata – con il 90% di attendibilità si sono dimostrati una[B] fonte d’informazioni autorevoli, affidabili e verificate[/B]. [HEADING=2]Un algoritmo per trovare la disinformazione[/HEADING] “[I]Per progettare azioni di contrasto alla disinformazione abbiamo utilizzato un approccio basato sul fenomeno delle cosiddette echo-chamber e sull’analisi delle correlazioni fra gli utenti che condividono contenuti inaffidabili[/I]”, ha spiegato a [I]Wired[/I] un portavoce di Iconsulting. Sfruttando quindi il [B]machine learning[/B] l’algoritmo è stato in grado di imparare a riconoscere, grazie a un set di dati iniziali, se una notizia fosse vera o falsa, assegnando poi un punteggio da 0 a 1 ai tweet analizzati. A questo punto il punteggio può essere anche attribuito agli utenti in base a come essi interagiscono con i tweet esaminati. Ciò ha potuto costatare che i [B]profili satirici[/B], ossia vignettisti, autori e blogger, su Twitter sono molto più affidabili dei profili dei politici. L’indice di attendibilità del mondo della satira italiana, che sembra sentire la responsabilità di un ruolo importante impegnandosi a diffondere notizie attendibili, è pari all’80% contro un bassissimo 56% dei politici. Un esempio di come la satira sia riuscita a veicolare informazioni attendibili è [URL='https://twitter.com/cartonimorti']Andrea Lorenzon[/URL] con il suo canale Cartoni Morti. [MEDIA=youtube]GJrC0xAAXoU[/MEDIA] Un altro dato che emerge dall’analisi dell’algoritmo è che la categoria degli imprenditori, che più di tutti in questo periodo dovrebbero supportare la ripartenza del pese puntando sulla campagna vaccinale, ha fatto registrare un[B] calo dell’attendibilità[/B] delle notizie twittate passando da un 65% a un 57%. In tutto questo Twitter continua la sua lotta interna alle fake news etichettando, laddove possibile, le notizie disinformanti e invitando gli utenti a [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2020/06/11/twitter-lettura-articoli/']leggere un articolo prima di ricondividerlo[/URL] senza averlo nemmeno aperto. Questi stratagemmi, che consentono comunque agli utenti di avere un quadro complessivo delle informazioni indipendentemente dalla loro veridicità, hanno permesso al social network di [B]diminuire la condivisione di fake news[/B] in un momento delicato dove basta che una parola come “trombosi” arrivi a orecchie non informate per far crollare la fiducia in un vaccino salva vita. The post [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/06/02/fake-news-twitter-italia/']Chi condivide più fake news su Twitter in Italia?[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/06/02/fake-news-twitter-italia/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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