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Attualità - Internet
Anche Telegram si è piegata alla stretta di Putin su internet durante le elezioni in Russia
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Messaggio
<blockquote data-quote="Tommaso Meo" data-source="post: 402"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/09/20133616/GettyImages-1228309110.jpg" alt="Telegram" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>Foto: Rafael Henrique/Sopa Images/LightRocket via Getty Images</p><p></p><p>Le elezioni legislative russe hanno legittimato una volta di più il <strong>potere del presidente Vladimir Putin</strong> e del suo partito, Russia Unita, seppure in calo e con una forte astensione, e hanno affermato la sua stretta su internet e sulle compagnie del digitale. Se a piegarsi per primi di fronte al volere delle autorità russe sono stati colossi come Google e Apple, durante il voto del 17-19 settembre anche <strong>Telegram ha temporaneamente bloccato tutti i chatbot</strong> del leader dell’opposizione russa, <strong>Alexei Navalny</strong>, <a href="https://www.wired.it/attualita/politica/2020/12/21/navalny-avvelenamento-finto-agente-putin/" target="_blank">ora in carcere,</a> che aiutavano gli elettori a orientarsi nel voto.</p><p></p><p>Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha affermato venerdì che Telegram <a href="https://www.rferl.org/a/telegram-navalny-smart-voting/31466263.html" target="_blank">avrebbe obbedito alla norma</a> che <strong>vieta di fare campagna elettorale durante i giorni del voto</strong>, definendo la legge <em>“legittima”</em>. Un caso più unico che raro in occidente, dove il silenzio elettorale in rete non è quasi più rispettato né regolato. Inoltre i bot di Telegram avevano il solo scopo di aiutare gli elettori dell’opposizione a<strong> scegliere i candidati</strong> con più possibilità di sconfiggere quelli governativi. <strong>Non facevano propaganda elettorale</strong> per il partito di Navalny.</p><p></p><p>Cosa ancora più strana è che la decisione di Durov di bloccare i bot arriva dopo che lo stesso fondatore di Telegram aveva <strong>criticato Apple e Google</strong> per aver rimosso l’<strong>app mobile di Smart Voting</strong> dai rispettivi store online, definendolo un <strong><em>“precedente pericoloso”</em></strong> che apriva le porte alla censura.</p><p></p><p>Google ha anche direttamente ordinato agli organizzatori del gruppo di Navalny <strong>di cancellare i documenti di Google Docs </strong>in cui erano elencati i candidati da votare per limitare il successo di Russia Unita. I dipendenti di Google sarebbero stati anche minacciati di azioni legali se non avessero avallato le richieste delle autorità.</p><p></p><h3>La stretta delle autorità</h3><p></p><p>L’agenzia russa che controlla le comunicazioni, Roskomnadzor, <a href="https://www.wired.it/internet/web/2021/09/15/russia-elezioni-internet-censura/" target="_blank">ha stretto il suo controllo sulla rete</a> <strong>sospendendo </strong>l’utilizzo dei principali servizi di <strong>Vpn e l’accesso ai server Dns</strong> di Google e Cloudflare. Metodi con i quali i cittadini avrebbero avuto accesso a contenuti ritenuti illegali secondo le autorità, come per esempio i siti legati all’organizzazione di Navalny bloccati in precedenza nel Paese.</p><p></p><p>Il risultato di tutte queste mosse? La campagna di Navalny per un <em>“voto intelligente”</em><strong> è stata completamente smantellata</strong> nelle settimane precedenti al voto. Secondo gli ultimi dati le elezioni sono state vinte con il 48% dei voti dal partito di Putin, Russia Unita, che manterrà il controllo del Parlamento. Il Partito comunista ha ottenuto il 20%.</p><p></p><p>Quello che emerge chiaramente dalla tornata elettorale russa però, oltre ai risultati, è <strong>il ristretto spazio di manovra</strong> che hanno nel paese le aziende tech e le app di messaggistica. Come<a href="https://www.engadget.com/telegram-blocks-russia-navalny-chat-bot-during-vote-211544623.html?guccounter=1" target="_blank"> scrive <em>Engadget</em></a> è chiaro che queste società<em> “<strong>non possono permettersi di inimicarsi il governo</strong> se vogliono avere qualsiasi tipo di presenza nel Paese”</em>. Telegram può cercare di opporsi alle politiche della Russia, <em>“ma rischia di privare i residenti di una strada relativamente sicura per la libertà di espressione se sfida le leggi”</em>. Tanto più dopo che l’app ha già <a href="https://www.reuters.com/article/us-russia-telegram-ban-idUSKBN23P2FT" target="_blank">rischiato per un soffio il blocco l’anno scorso</a>.</p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/20/russia-telegram-censura-putin-navalny/" target="_blank">Anche Telegram si è piegata alla stretta di Putin su internet durante le elezioni in Russia</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/20/russia-telegram-censura-putin-navalny/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tommaso Meo, post: 402"] [IMG alt="Telegram"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/09/20133616/GettyImages-1228309110.jpg[/IMG] Foto: Rafael Henrique/Sopa Images/LightRocket via Getty Images Le elezioni legislative russe hanno legittimato una volta di più il [B]potere del presidente Vladimir Putin[/B] e del suo partito, Russia Unita, seppure in calo e con una forte astensione, e hanno affermato la sua stretta su internet e sulle compagnie del digitale. Se a piegarsi per primi di fronte al volere delle autorità russe sono stati colossi come Google e Apple, durante il voto del 17-19 settembre anche [B]Telegram ha temporaneamente bloccato tutti i chatbot[/B] del leader dell’opposizione russa, [B]Alexei Navalny[/B], [URL='https://www.wired.it/attualita/politica/2020/12/21/navalny-avvelenamento-finto-agente-putin/']ora in carcere,[/URL] che aiutavano gli elettori a orientarsi nel voto. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha affermato venerdì che Telegram [URL='https://www.rferl.org/a/telegram-navalny-smart-voting/31466263.html']avrebbe obbedito alla norma[/URL] che [B]vieta di fare campagna elettorale durante i giorni del voto[/B], definendo la legge [I]“legittima”[/I]. Un caso più unico che raro in occidente, dove il silenzio elettorale in rete non è quasi più rispettato né regolato. Inoltre i bot di Telegram avevano il solo scopo di aiutare gli elettori dell’opposizione a[B] scegliere i candidati[/B] con più possibilità di sconfiggere quelli governativi. [B]Non facevano propaganda elettorale[/B] per il partito di Navalny. Cosa ancora più strana è che la decisione di Durov di bloccare i bot arriva dopo che lo stesso fondatore di Telegram aveva [B]criticato Apple e Google[/B] per aver rimosso l’[B]app mobile di Smart Voting[/B] dai rispettivi store online, definendolo un [B][I]“precedente pericoloso”[/I][/B] che apriva le porte alla censura. Google ha anche direttamente ordinato agli organizzatori del gruppo di Navalny [B]di cancellare i documenti di Google Docs [/B]in cui erano elencati i candidati da votare per limitare il successo di Russia Unita. I dipendenti di Google sarebbero stati anche minacciati di azioni legali se non avessero avallato le richieste delle autorità. [HEADING=2]La stretta delle autorità[/HEADING] L’agenzia russa che controlla le comunicazioni, Roskomnadzor, [URL='https://www.wired.it/internet/web/2021/09/15/russia-elezioni-internet-censura/']ha stretto il suo controllo sulla rete[/URL] [B]sospendendo [/B]l’utilizzo dei principali servizi di [B]Vpn e l’accesso ai server Dns[/B] di Google e Cloudflare. Metodi con i quali i cittadini avrebbero avuto accesso a contenuti ritenuti illegali secondo le autorità, come per esempio i siti legati all’organizzazione di Navalny bloccati in precedenza nel Paese. Il risultato di tutte queste mosse? La campagna di Navalny per un [I]“voto intelligente”[/I][B] è stata completamente smantellata[/B] nelle settimane precedenti al voto. Secondo gli ultimi dati le elezioni sono state vinte con il 48% dei voti dal partito di Putin, Russia Unita, che manterrà il controllo del Parlamento. Il Partito comunista ha ottenuto il 20%. Quello che emerge chiaramente dalla tornata elettorale russa però, oltre ai risultati, è [B]il ristretto spazio di manovra[/B] che hanno nel paese le aziende tech e le app di messaggistica. Come[URL='https://www.engadget.com/telegram-blocks-russia-navalny-chat-bot-during-vote-211544623.html?guccounter=1'] scrive [I]Engadget[/I][/URL] è chiaro che queste società[I] “[B]non possono permettersi di inimicarsi il governo[/B] se vogliono avere qualsiasi tipo di presenza nel Paese”[/I]. Telegram può cercare di opporsi alle politiche della Russia, [I]“ma rischia di privare i residenti di una strada relativamente sicura per la libertà di espressione se sfida le leggi”[/I]. Tanto più dopo che l’app ha già [URL='https://www.reuters.com/article/us-russia-telegram-ban-idUSKBN23P2FT']rischiato per un soffio il blocco l’anno scorso[/URL]. The post [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/20/russia-telegram-censura-putin-navalny/']Anche Telegram si è piegata alla stretta di Putin su internet durante le elezioni in Russia[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/20/russia-telegram-censura-putin-navalny/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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