Wired Italia Nessun servizio di hosting vuole ospitare il sito texano per denunciare chi pratica l’aborto

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La pagina iniziale del sito ProLifeWhistleBlower, dove denunciare in anonimato chi ha interrotto la gravidanza.

Nessun servizio di hosting vuole ospitare il sito americano che vuole consentire di fare la spia sugli aborti praticati in Texas. Una recente legge dello Stato, il Texas Heartbeat Act, permette ai privati cittadini di denunciare, oltre alla donna che ha abortito, chiunque l’abbia aiutata a farlo dopo la sesta settimana, termine oltre il quale l’interruzione volontaria di gravidanza è diventata illegale nel Lone Star State.

I gruppi anti-aborto, galvanizzati dalla norma, si sono presto adoperati per facilitare queste soffiate. Uno di questi, chiamato Texas Right to Life, ha creato un sito web progettato per raccogliere informazioni anonime su presunte infrazioni della legge sull’aborto. L’idea ha però avuto vita breve, almeno per il momento.

Prolifewhistleblower.com, questo il nome del sito internet, è andato online mercoledì scorso ma in poco tempo utenti di TikTok e Reddit lo hanno inondato di false segnalazioni nel tentativo di bloccare il sistema. Sabato 4 settembre il servizio di web hosting GoDaddy su cui era registrato si è rifiutato di avere ancora a che fare con i gestori perché il sito ha violato diversi termini di servizio. Per esempio, raccoglie informazioni identificative sulle persone senza il loro previo consenso.

Senza dominio​


Il sito è andato offline sabato e Prolifewhistleblower.com è stato trasferito su un altro servizio di hosting, Web Epik. Ora il sito reindirizza da qualche giorno alla home page di Texas Right to Life, dove non si può fare nessuna denuncia anonima, ma al massimo lasciare una donazione.

Web Epik è noto per offrire un rifugio sicuro a piattaforme di estrema destra come Parler e Gab, ma non si è offerto per ospitare il contenuto del sito, anzi. Al Washington Post il consulente legale di Epik, Daniel Prince, ha detto che la società non offrirà più i suoi servizi se il gruppo continuerà a raccogliere informazioni private su terze parti attraverso le denunce anonime. In pratica ospiterà la registrazione di Prolifewhistleblower.com ma solo finché questo re-indiririzzerà al sito principale del gruppo pro-life.

La versione di Texas Right to Life è leggermente diversa. Il gruppo ha detto nei giorni scorsi che avrà un nuovo host, senza specificare di chi si tratti, ma che sta aspettando di mettere a punto dei protocolli aggiuntivi per tutelare la privacy dei propri utenti. È difficile però che si giunga a un accordo con i servizi di hosting, finché il sito continuerà a voler ospitare segnalazioni che contengono informazioni di terzi senza il loro consenso.



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