Wired Italia Google ha bloccato gli account email del vecchio governo afghano per proteggerli dai talebani

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Talebani

Foto: Wakil Kohsar per Afp/Getty Images

Google ha temporaneamente bloccato un numero imprecisato di account di posta elettronica del governo afghano per tentare di sottrarli al controllo dai talebani, che continuano nella ricerca delle persone che hanno collaborato con le autorità occidentali negli ultimi anni, seguendo le tracce lasciate online. Lo ha raccontato a Reuters una fonte governativa informata della questione.

Google ha confermato in modo vago la ricostruzione. “Consultandoci con esperti, valutiamo continuamente la situazione in Afghanistan. Stiamo intraprendendo azioni temporanee per proteggere gli account pertinenti” all’attività dell’ex governo dell’Afghanistan, ha detto un portavoce di Google in una dichiarazione a The Hill.

Nelle settimane successive alla rapida conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, è stata subito chiara l’importanza che gli archivi di dati biometrici e le liste delle persone che hanno collaborato con le autorità e gli Stati occidentali potevano avere per il gruppo islamico nel dare la caccia a quelli che considerano nemici. Un dipendente dell’ex esecutivo ha detto a Reuters che i talebani stanno cercando di ottenere le email di ex funzionari governativi. L’impiegato ha affermato che già a fine luglio i talebani gli avevano domandato di salvare i dati conservati sui server del ministero per cui lavorava. L’uomo ha detto di non avere rispettato la richiesta e da allora si è nascosto.

Sarebbero più di venti gli enti governativi afghani che hanno utilizzato i servizi di Google, tra cui i ministeri delle Finanze, dell’Industria, dell’Istruzione superiore e delle Miniere. Anche l’ufficio del protocollo presidenziale dell’Afghanistan si è affidato alla piattaforma di servizi del colosso di Mountain View, così come alcuni enti del governo locale.

I database del vecchio governo con gli indirizzi email potrebbero fornire una miniera di informazioni sui dipendenti della precedente amministrazione, alleati e partner stranieri. Nelle ultime settimane non sono mancate le segnalazioni di rappresaglie contro i dipendenti del governo e altri collaboratori identificati dai talebani grazie alla loro presenza online.

Tracce digitali​


Per questo motivo alcuni social media hanno attivato delle opzioni per proteggere l’identità digitale degli afgani che potevano sentirsi in pericolo. Facebook ha temporaneamente rimosso la possibilità per le persone di visualizzare o cercare gli elenchi di amici degli account in Afghanistan. Una cosa simile è stata fatta anche da Linkedin, mentre Clubhouse permette di nascondere l’identità dei suoi utilizzatori afghani. Twitter ha fatto sapere di essere al lavoro per velocizzare la rimozione di vecchi tweet, qualora richiesto, per tutelare la privacy dei propri utenti nel Paese.

Il blocco delle mail è un ulteriore passo in questa direzione, anche se al momento è stato fatto solo da Google. Anche Mail Exchanger, il servizio di posta elettronica di Microsoft, è stato infatti utilizzato da diverse agenzie governative afghane, tra cui il ministero degli affari Esteri e la stessa presidenza. Non è chiaro però se l’azienda di software stia prendendo delle misure per impedire che questi dati cadano nelle mani dei talebani.

Chad Anderson, un ricercatore della sicurezza della società di intelligence Internet Domain Tools ha detto a Reuters è necessario tenere d’occhio il tentativo dei talebani di controllare l’infrastruttura digitale costruita negli Stati Uniti. Le informazioni ricavate da quell’infrastruttura, sostiene, “potrebbero essere molto più preziose per un governo alle prime armi dei vecchi elicotteri”.

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