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Attualità - Internet
Facebook ha fornito dati incompleti sulle fake news alle università
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<blockquote data-quote="Tommaso Meo" data-source="post: 390"><p><img src="https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/06/04142657/GettyImages-1177856445.jpg" alt="Menlo Park Facebook" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p><p>Foto: Josh Edelson/Afp/Getty Images</p><p></p><p>Prosegue il travagliato rapporto tra <strong>Facebook</strong> e i ricercatori. Il social network <strong>ha consegnato dei dati incompleti</strong> ad alcuni accademici che stavano conducendo i loro studi sulla <strong>cattiva informazione</strong> che circola sulla piattaforma, rischiando di vanificare mesi di studi.</p><p></p><p>Questi dati contenevano<strong> le informazioni su appena la metà degli utenti</strong> negli <strong>Stati Uniti</strong>, e non su tutti, come sarebbe dovuto essere. Oltre a questo nei rapporti condivisi da Facebook erano presenti solo utenti, le cui interazioni indicavano un orientamento politico chiaro. Facebook tuttavia aveva promesso ai ricercatori la <strong>massima trasparenza e l’accesso a tutte le interazioni</strong> dei suoi utenti negli ultimi due anni per monitorare la diffusione della disinformazione sulla piattaforma.</p><p></p><p>Ad accorgersene è stato per primo <strong>Fabio Giglietto, un professore dell’università di Urbino.</strong> Giglietto ha comparato i dati ricevuti con un report di Facebook sui contenuti più visti negli Stati Uniti nel secondo trimestre del 2021, accorgendosi che i due dataset <strong>non corrispondevano</strong>.</p><p></p><p>Facebook ha avvisato i ricercatori del problema e si è scusato con loro per <em>“l’inconveniente”</em> che potrebbe aver causato con una mail. Inoltre venerdì l’Open Research and Transparency di Facebook ha avuto un incontro da remoto con i ricercatori interessati. Megan Squire, una ricercatrice che era presente,<a href="https://www.nytimes.com/live/2020/2020-election-misinformation-distortions#facebook-sent-flawed-data-to-misinformation-researchers" target="_blank"> ha detto al <em>New York Times</em> </a>che in quella riunione erano presenti 47 persone e che <em>“ognuno di quei progetti è a rischio, e <strong>alcuni sono completamente distrutti</strong>“</em>.</p><p></p><p>La società, per mezzo dei suoi portavoce, ha fatto sapere che si è trattato di <strong>un errore tecnico</strong> che sta cercando di risolvere, ma ci potrebbero volere delle settimane. Facebook ha specificato però che i dati degli utenti fuori dagli Stati Uniti che ha condiviso con i ricercatori sono corretti.</p><p></p><h3>Dati puliti</h3><p></p><p>Ottenere dati accurati da Facebook non è sempre facile, come è stato confermato anche di recente. Il <em>New York Times</em> ad agosto ha scoperto che Facebook <strong>aveva accantonato un rapporto</strong> sul suo primo trimestre, per rilasciare invece il 18 agosto quello sui successivi tre mesi che dipingeva la sua piattaforma in una maniera meno negativa. Nel <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/24/facebook-post-piu-visto-stati-uniti-vaccini-covid/" target="_blank">rapporto nascosto nel cassetto</a>, e alla fine ha pubblicato dopo la storia del <em>Times</em>, emergeva che la notizia più vista dagli utenti americani a inizio 2021 <strong>diffondeva dubbi sui vaccini</strong> contro Covid-19.</p><p></p><p>I ricercatori che studiano Facebook<strong> hanno avuto dei problem</strong>i anche quando hanno usato strumenti propri per mettere insieme le informazioni di cui avevano bisogno. Ad agosto Facebook <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/05/facebook-ban-ricercatori-disinformazione/" target="_blank">ha disabilitato gli account</a> degli accademici che lavoravano al progetto Ad Observatory della New York University accusandoli di raccogliere dati <strong>in maniera non autorizzata</strong>. Il team utilizzava un’estensione del browser per raccogliere informazioni sugli annunci politici. Laura Edelson, ricercatrice a capo del progetto, ha sostenuto che Facebook avesse in realtà interesse a far tacere il suo team perché – ha detto ad <em>Engadget</em> – <em>“questo lavoro mette in luce i problemi della piattaforma”.</em></p><p></p><p>The post <a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/14/facebook-dati-incompleti-fake-news-universita/" target="_blank">Facebook ha fornito dati incompleti sulle fake news alle università</a> appeared first on <a href="https://www.wired.it" target="_blank">Wired</a>.</p><p></p><p><a href="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/14/facebook-dati-incompleti-fake-news-universita/" target="_blank">Link originale...</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tommaso Meo, post: 390"] [IMG alt="Menlo Park Facebook"]https://images.wired.it/wp-content/uploads/2021/06/04142657/GettyImages-1177856445.jpg[/IMG] Foto: Josh Edelson/Afp/Getty Images Prosegue il travagliato rapporto tra [B]Facebook[/B] e i ricercatori. Il social network [B]ha consegnato dei dati incompleti[/B] ad alcuni accademici che stavano conducendo i loro studi sulla [B]cattiva informazione[/B] che circola sulla piattaforma, rischiando di vanificare mesi di studi. Questi dati contenevano[B] le informazioni su appena la metà degli utenti[/B] negli [B]Stati Uniti[/B], e non su tutti, come sarebbe dovuto essere. Oltre a questo nei rapporti condivisi da Facebook erano presenti solo utenti, le cui interazioni indicavano un orientamento politico chiaro. Facebook tuttavia aveva promesso ai ricercatori la [B]massima trasparenza e l’accesso a tutte le interazioni[/B] dei suoi utenti negli ultimi due anni per monitorare la diffusione della disinformazione sulla piattaforma. Ad accorgersene è stato per primo [B]Fabio Giglietto, un professore dell’università di Urbino.[/B] Giglietto ha comparato i dati ricevuti con un report di Facebook sui contenuti più visti negli Stati Uniti nel secondo trimestre del 2021, accorgendosi che i due dataset [B]non corrispondevano[/B]. Facebook ha avvisato i ricercatori del problema e si è scusato con loro per [I]“l’inconveniente”[/I] che potrebbe aver causato con una mail. Inoltre venerdì l’Open Research and Transparency di Facebook ha avuto un incontro da remoto con i ricercatori interessati. Megan Squire, una ricercatrice che era presente,[URL='https://www.nytimes.com/live/2020/2020-election-misinformation-distortions#facebook-sent-flawed-data-to-misinformation-researchers'] ha detto al [I]New York Times[/I] [/URL]che in quella riunione erano presenti 47 persone e che [I]“ognuno di quei progetti è a rischio, e [B]alcuni sono completamente distrutti[/B]“[/I]. La società, per mezzo dei suoi portavoce, ha fatto sapere che si è trattato di [B]un errore tecnico[/B] che sta cercando di risolvere, ma ci potrebbero volere delle settimane. Facebook ha specificato però che i dati degli utenti fuori dagli Stati Uniti che ha condiviso con i ricercatori sono corretti. [HEADING=2]Dati puliti[/HEADING] Ottenere dati accurati da Facebook non è sempre facile, come è stato confermato anche di recente. Il [I]New York Times[/I] ad agosto ha scoperto che Facebook [B]aveva accantonato un rapporto[/B] sul suo primo trimestre, per rilasciare invece il 18 agosto quello sui successivi tre mesi che dipingeva la sua piattaforma in una maniera meno negativa. Nel [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/24/facebook-post-piu-visto-stati-uniti-vaccini-covid/']rapporto nascosto nel cassetto[/URL], e alla fine ha pubblicato dopo la storia del [I]Times[/I], emergeva che la notizia più vista dagli utenti americani a inizio 2021 [B]diffondeva dubbi sui vaccini[/B] contro Covid-19. I ricercatori che studiano Facebook[B] hanno avuto dei problem[/B]i anche quando hanno usato strumenti propri per mettere insieme le informazioni di cui avevano bisogno. Ad agosto Facebook [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/08/05/facebook-ban-ricercatori-disinformazione/']ha disabilitato gli account[/URL] degli accademici che lavoravano al progetto Ad Observatory della New York University accusandoli di raccogliere dati [B]in maniera non autorizzata[/B]. Il team utilizzava un’estensione del browser per raccogliere informazioni sugli annunci politici. Laura Edelson, ricercatrice a capo del progetto, ha sostenuto che Facebook avesse in realtà interesse a far tacere il suo team perché – ha detto ad [I]Engadget[/I] – [I]“questo lavoro mette in luce i problemi della piattaforma”.[/I] The post [URL='https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/14/facebook-dati-incompleti-fake-news-universita/']Facebook ha fornito dati incompleti sulle fake news alle università[/URL] appeared first on [URL='https://www.wired.it']Wired[/URL]. [url="https://www.wired.it/internet/social-network/2021/09/14/facebook-dati-incompleti-fake-news-universita/"]Link originale...[/url] [/QUOTE]
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